Brexit in ordine sparso e cresce il partito del secondo referendum

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Di Gioia Salvatori
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Volano stracci tra l'ex primo ministro Tony Blair, favorevole a un secondo referendum su Brexit, e May (contraria) ma il numero due del governo sonda il parlamento sulla possibilità...

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Il disegno è quello di un quadro in cui ormai diversi attori politici si muovono in ordine sparso in affanosa ricerca di una via d'uscita, persi dentro un labirinto inesplorato. 

Sempre più complicato il puzzle di Brexit dopo il ritorno a mani vuote di Theresa May da Bruxelles mentre cresce il partito del secondo referendum e resta lo scoglio insormontabile degli accordi di backstop. 

Nella partita i conservatori britannici giocano divisi. Se Liam Fox, ministro al commercio, intervistato dalla BBC, ha detto che una soluzione al problema backstop non ci sarà fino al prossimo anno e ha aggiunto di essere contrario a un nuovo referendum, diversamente, forse, la pensano alcuni suoi colleghi. 

Alcune testate britanniche, infatti, ritraggono il numero due di May, David Lidington, attivo nel sondare autonomamente il consenso di un secondo referendum in parlamento, sebbene dicendosi contrario; a proposito avrebbe incontrato alcuni parlamentari laburisti.

Tra Blair e May volano stracci

Tutto nelle stesse ore in cui l'ex primo ministro Tony Blair e May si accapigliano pubblicamente proprio su un secondo referendum che il laburista vorrebbe e che May definisce "un insulto all'ufficio anche da lei (Blair) ricoperto e al popolo britannico".  

Qui l'intervista di Blair a euronews: "Le possibilità di un secondo referendum sono oltre il 50%"

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