Brexit: il lavoro della May non è finito, Ue non riaprirà negoziato

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Di Salvatore Falco
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Nei prossimi giorni i colloqui si concentreranno sulla questione del "backstop" per l'Irlanda del Nord, la soluzione provvisoria di garanzia per evitare in tutti i casi il ripristino di una "frontiera dura" con la repubblica d'Irlanda.

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Il lavoro di Theresa May non è finito. L'ultimo passaggio per completare la Brexit richiede ulteriori rassicurazioni dall'Unione europea, dice la Premier britannica.

Nei prossimi giorni i colloqui si concentreranno sulla questione del "backstop" per l'Irlanda del Nord, la soluzione provvisoria di garanzia per evitare in tutti i casi il ripristino di una "frontiera dura" con la repubblica d'Irlanda.

"Questa è la dichiarazione più chiara che abbiamo mai ricevuto dall'Unione europea. Nella loro intenzione, il backstop non è necessario e garantiranno, qualora lo diventasse, che sia temporaneo - ha detto la May - È inoltre loro intenzione lavorare rapidamente con noi, una volta che l'accordo sarà raggiunto a livello parlamentare. Successivamente, lavoreranno con noi per garantire l'avvio dei negoziati per il partenariato futuro".

Rientra anche la polemica con Jean Claude Juncker. La critica del Presidente della Commissione europea, spiega lui stesso, non era rivolta alla May, ma al dibattito parlamentare. "Dobbiamo abbassare la temperatura con Westminster", aggiunge il capo dell'esecutivo europeo.

"Non mi riferivo a lei, ma allo stato generale del dibattito nel Regno Unito - ha precisato Juncker - Come vi ho detto prima, stavo seguendo il dibattito in aula e non riesco a capire che direzione vuole prendere il Parlamento britannico. Per questo che stavo dicendo che era nebuloso, nebbioso in inglese, quindi non la stavo aggredendo".

Il backstop è "una polizza di assicurazione" e l'Unione vuole lavorare ad un altro accordo, entro il 31 dicembre 2020, per evitare che entri in vigore.

"Dobbiamo escludere qualsiasi tipo di riapertura dei nostri negoziati rispetto all'accordo raggiunto", ha concluso il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

La palla adesso passa ai due parlamenti che dovranno ratificare l'accordo. L'Unione europea si prepara al 'no deal', mentre Theresa May gioca la sua ultima carta, quello di un accordo in Parlamento su un'uscita negoziata.

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