Al centro dell'attività sgominata dai carabinieri l'ottantenne Settimo Mineo
Sei mesi dopo la morte in carcere dello storico capo di Cosa nostra Salvatore Riina, avvenuta il 17 novembre 2017, le famiglie palermitane hanno cominciato a darsi da fare per ricostituire la Commissione provinciale, la cupola mafiosa che non si riuniva da 25 anni. Una attività frenetica documentata in diretta dai carabinieri che grazie a decine di intercettazioni ambientali hanno portato all'arresto di 46 persone.
Al centro dell'attività organizzativa, l'ottantenne Settimo Mineo, capomandamento di Pagliarelli, che molto si è dato da fare per ristabilire le vecchie regole di Cosa nostra, creando una rete di rappresentanti e portavoce delle famiglie capace di dirimere eventuali contrasti e di permettere lo svolgimento di affari criminali in comune.
Secondo la Dda di Palermo Mineo - condannato già in un processo istruito da Giovani Falcone - avrebbe occupato il posto che fu di Riina, riportando a favore delle cosche palermitane gli equilibri che per anni hanno visto egemoni i corleonesi.
Con l'operazione battezzata "Cupola 2.0" i carabinieri hanno impedito un omicidio, fatto luce su 28 episodi estorsivi (dei quali solo 9 erano stati denunciati dalle vittime), e disarticolato i vertici dei mandamenti di Pagliarelli, Villabate, Belmonte Mezzagno e Porta Nuova arrestandone i capi, insieme a 10 capidecina e ad almeno 30 uomini d'onore.