La Brexit di Theresa May tra l'incudine e il martello

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Di Paolo Alberto Valenti
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Si apre una settimana cruciale per la premier britannica: mentre il suo gabinetto politico sconta grandi defezioni deve riuscire a far digerire a tutti l'indigesta Brexit concordata con Bruxelles

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Che la premier britannica Theresa May sia sulla graticola non è una novità ma questa settimana si annuncia più rovente delle precendenti considerando anche le vistose defezioni di alcuni ministri del suo gabinetto. La minaccia di un voto di sfiducia è concreta e fra pochi giorni ci sarà il vertice comunitario a Bruxelles. Per puntellarsi al governo May ha rilasciato un'intervista televisiva in cui si è espressa così: " Un cambio di leadership a questo punto non semplificherà i negoziati, non cambierà l'aritmetica parlamentare, piuttosto aggiungerà elementi di incertezza relativa al lavoro della nostra gente, porterà un certo grado di incertezza n ambito lavorativo. Non potrà che far ritardare i negoziati con aggravi alla Brexit e un bel po' di frustrazioni".

Le dimissioni eccellenti

Fra le dimissioni eccellenti spiccano quelle dell'ormai ex ministro alla Brexit Dominic Raab. Sebbene dica di sostenere la leadership di May ritiene fatalmente sbagliato questo accordo.

DOMINIC RAAB:  "Credo che siamo vittime di bullismo, siamo stati soggetti al bullismo cosa che si avvicina abbastanza al ricatto per dirla francamente ai telespettatori. E penso che ci sia stato un momento in cui probabilmente bisognava ben dire : 'Scusate, questo è il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Non possiamo accettare tali dictat'".

Anche l'opposizione critica

Intanto il leader dell'opposizione Jeremy Corbyn insiste sulla possibilità di ottenere un accordo migliore e sul fatto che il Partito Laburista boccerà il progetto in parlamento.

Jeremy Corbin: "Ci sono 500 pagine in questo documento e molte sono in realtà abbastanza vaghe. Dov'è la garanzia sulle protezioni ambientali? Dove sono le assicurazioni per i consumatori? Dov'è la garanzia per i diritti dei lavoratori?"

La Scozia contro l'accordo

Anche il primo ministro di Scozia Nicola Sturgeon assicura che i suoi parlamentari voteranno contro l'accordo.

Nicola Sturgeon: "Non c'è alcuna chiarezza sulla futura relazione tra il Regno Unito e l'Unione Europea, quindi alla Camera dei Comuni verrà chiesto di sostenere una Brexit al buio con tutte le spinose questioni complicate che hanno afflitto questi negoziati da due anni e mezzo a questa parte".

May sostiene che i suoi colloqui a Bruxelles questa settimana chiariranno i dettagli sulle future relazioni fra Regno Unito e Unione fugando i timori dei detrattori. Chiarimenti che potrebbero arrivare troppo tardi qualora una mozione di sfiducia venga approvata in parlamento.

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