Protesta dei gilet gialli, il governo non arretra

Due giorni di blocchi su tutto il territorio della Francia: così la protesta dei gilet gialli - a cui hanno aderito oltre 280mila cittadini radunatisi sui social network - ha portato come un pugno nell'occhio della pubblica opinione il tema del caro-vita per i francesi.
"Questa seconda giornata serve a dimostrare che la gente non ne può più. Siamo in tanti giovani qui, anche perché non ce la facciamo più. Abbiamo salari bassi, lavoriamo come bestie, a un certo punto basta. In questo momento non viviamo più, stiamo sopravvivendo".
"Siamo qui per dire che non ne possiamo più, è il popolo che lo dice, è una sollevazione popolare. Vogliamo costringere lo Stato a capire, che si mettano un po' al nostro posto e che provino a capire che per noi è dura".
Costretto a misurarsi con una protesta perfino più massiccia rispetto alle aspettative, il governo francese ribadisce però che i rincari sui carburanti fossili, all'origine della protesta, servono a scoraggiarne l'uso:
"Capisco quello che dicono i francesi. È molto chiaro. Il movimento dei gilet gialli s'è espresso in modo chiarissimo. Dunque lo capisco, ma devo anche dire che un governo che cambiasse continuamente posizione, che andasse a zig zag nel momento delle difficoltà, farebbe quello che hanno fatto troppi governi in passato e non porterebbe la Francia là dove bisogna portarla".
Oltre al malcontento del popolo francese, il weekend appena trascorso porta con se anche il morto e i 400 feriti di cui una ventina in modo grave, negli incidenti che si sono verificati durante i blocchi stradali