La premier britannica si prepara all'eventuale mozione di sfiducia della fronda oltranzista del suo partito, blindando con due fedelissimi il suo esecutivo. Il piano è di tirare dritto fino al voto parlamentare sulla ratifica della Brexit.
Theresa May è sotto assedio. La premier britannica si prepara all'eventuale mozione di sfiducia della fronda oltranzista del suo partito, blindando con due fedelissimi il suo esecutivo. Il piano è di tirare dritto fino al voto parlamentare sulla ratifica della Brexit, verso fine anno.
Amber Rudd torna nella squadra di governo come ministra del Lavoro: "Questo non è il momento di cambiare il nostro leader - dice la Rudd - è il momento di restare uniti, di ricordare che siamo qui per servire, che siamo qui per aiutare".
La May incassa, al momento, il sostegno di due pesi massimi della componente euroscettica del partito Conservatore: il Commercio internazionale, Liam Fox, e il ministro dell'Ambiente Michael Gove.
"Penso che sia assolutamente vitale raggiungere un giusto accordo nei settori che contano così tanto per i cittadini britannici", sono state le parole di Gove.
Per il posto di ministro per la Brexit c'è Stephen Barclay, semi-sconosciuto avvocato euroscettico di 46 anni.
Secondo il Daily Telegraph, cinque ministri pro-Brexit, tra cui Gove, contano di fare pressioni sulla premier per ottenere un ritiro unilaterale dal compromesso raggiunto sull'Irlanda del Nord.
Sembra intanto prendere corpo un voto su una mozione di sfiducia, se almeno il 15% dei parlamentari Tory, 48 nella configurazione attuale, ne faccia richiesta. Alla May serve la maggioranza semplice dei Tories per restare al timone.