Brexit: tories alla conta in vista del voto di sfiducia su May

Brexit: tories alla conta in vista del voto di sfiducia su May
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Di Gioia Salvatori
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Al momento non ancora raccolte tutte le firme necessarie per dare il via al voto di sfiducia in parlamento. E salta una riunione dei frondisti ultrà della Brexit

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The day after. Dopo il giorno più duro per la prima ministra britannica Theresa May, inizia la vera conta nel partito conservatore, un partito totalmente diviso tra chi è con May e gli ultrà dell'hard Brexit; nonostante le dimissioni di due sottosegretari e due ministri in poche ore nella sola mattinata di giovedì, Theresa May ha deciso di tenere duro, resistendo fino all'ultimo mentre in parlamento si raccolgono le firme per la mozione di sfiducia.

Steve Baker, parlamentare conservatore pro-Brexit, dice: "Se i colleghi sono d'accordo con me che non possono tollerare questa politica, e se davvero non possiamo tollerare questa politica, è tempo di riconoscere che è la linea di Theresa May e sono desolato ma è tempo di rimettere le lettere di sfiducia, votare e chiarire l'indirizzo del partito conservatore". 

Per mettere ai voti della camera dei comuni la mozione di sfiducia serve la sottoscrizione di 48 parlamentari ma al momento sembra che le firme si fermino intorno a 20.

Mark Francois, altro tory pro-Brexit dice: "Sfortunatamente, dopo un lungo periodo di riflessione ho perso la fiducia nella prima ministra perché negoziando il Chequers deal ci lascia un po' fuori e un po' dentro l'Unione europea, mettendoci in una posizione peggiore di quella di oggi". 

Intanto questo venerdì May ha incassato il sì del ministro dell'ambiente Michal Gove membro preminente della fronda conservatrice e suo papabile successore, che ieri era dato sul punto di dimettersi. 

Non è l'unico a sostenerla, anche il ministro delle prigioni Rory Stewart è con lei: "Stanno parlando di ripensare la Gran Bretagna come Singapore. Stanno parlando di non avere più relazioni, di fatto, con l'Unione europea, di quelle che ha la Thailandia. Si capisce se si legge ciò che c'è scritto nelle lettere. Per loro qualunque piano implichi compromessi, qualunque partecipazione a un accordo sulle frontiere, qualunque piano che ci permetta di vendere beni liberamente senza vincoli, tra un confine e l'altro, è inaccettabile. Quindi è inevitabile che si oppongano". 

Mentre non è scontato che ci sarà un voto di sfiducia su May, questo venedì è saltata anche una riunione dell'ala frondista dei tories mentre i laburisti sembrano orientarsi su un compromesso più che richiedere un secondo referendum su Brexit.

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