"Ao Yun", il vino di lusso tibetano

"Ao Yun", il vino di lusso tibetano
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Di Debora Gandini
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"Ao Yun" ovvero "Volare sopra le nuvole" e i vigneti della CIna

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Cambiamenti climatici o biotecnologie. O semplicemente il potere della natura. Tant’è che il Tibet ora potrà fare concorrenza ai migliori vigneti italiani o francesi. Un vero Guinness dei Primati. Qui a 3.563 metri sul livello del mare, si produce vino, come lo "Ao Yun" prodotto da Bernard Arnault, Presidente e Ceo di Lvmh. Un rosso d’eccezione come quello di altri viticoltori che hanno investito qui, credendo nella partnership tra Parigi e Pechino.

"In effetti, questo è un segnale molto positivo - ci racconta Maxence Dulou, Direttore di uno dei vigenti - positivo non solo per il Made in China ma anche per noi, tutto ciò che facciamo, lo facciamo con passione e lo facciamo con la massima precisione per ottenere il miglior vino possibile.”

La regione autonoma cinese in questione gode di un clima monsonico, tipico degli altopiani semiaridi. Una viticultura estrema e attente lavorazioni. In uno dei vigneti tibetani, di 66,7 ettari, sono piantate circa 11 varietà di uve tra cui il vidal, il muscat e una varietà adatta a produrre icewine chiamata bei bing hong.

Prodotti dal sapore aromatico balsamico o speziato per palati ricercati e raffinati e per un mercato che richiede sempre qualcosa di nuovo, come sottolinea anche Felix Ho, uno dei sommelier di uno noto ristorante parigino "L'Atelier Joel Robuchon": "È stata una vera sorpresa per i nostri clienti, ci racconta, quando hanno assaggiato questa bottiglia di vino, la maggior parte ha pensato che fosse un classico Bordeaux, solo alla fine ha scoperto che il vino proveniva dalla Cina. Sono rimasti stupefatti della qualità. In modo positivo.”

Tutti pazzi dunque per questo vino tibetano: lo "Ao Yun". Rosso intenso, profondo, tra note di cannella e liquirizia, menta e cedro, cuoio e grafite, su uno sfondo di frutti rossi, Ao Yun è il mix tra mineralità e acidità, dolcezza e alcol.

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