I servizi segreti turchi hanno informato il Dipartimento di Stato americano della presunta esistenza di registrazioni video e audio dell'interrogatorio, delle torture e della morte di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita sparito dal consolato dell'Arabia Saudita dal 2 ottobre scorso.
Ultimo domicilio conosciuto
ISTANBUL (TURCHIA) - Il consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul, in Turchia, ultimo domicilio conosciutoi del giornalista Jamal Khashoggi - notoriamente critico nei confronti del governo e, in particolare del principe Mohammed bin Salman - di cui non si hanno piu notizie dal 2 ottobre scorso.
Adesso emergerebbero registrazioni audio e video dell'interrogatorio, delle torture subite e della morte dal giornalista, all'interno del consolato: i servizi segreti turchi ne avrebbero informato funzionari del Dipartimento di Stato americano.
Ma, per ora, non c'è traccia di questi video e di questi audio.
Ucciso e fatto a pezzi
Secondo le indiscrezioni del New York Times, che cita fonti della polizia turca, Khashoggi sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi con un segaossi da parte di un commando composto addirittura da 15 agenti sauditi e poi caricato su un furgone nero ripreso - meno di due ore dopo che il giornalista era entrato al consolato - dalle telecamere sul retro dell'edificio.
Le smentite di Riad, i dubbi di Erdoğan
Da Riad giungono secche smentite, affermando che Khashoggi è tranquillamente uscito dal consolato sulle sue gambe e che la sua sparizione sarebbe volontaria.
La fidanzata, che lo aspettava fuori, non l'hai mai visto uscire.
Lo stesso Erdoğan ha ordinato un'ispezione nel "consolato dei misteri". E ha chiesto a Riad di mostrare un video che mostri Khashoggi vivo. Se lo è ancora....
Dov'è Khashoggi?
Davanti all'ambasciata dell'Arabia Saudita a Washington si sono radunati in tanti, per chiedere giustizia. La domanda è: dov'è Khashoggi?
Il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman viene raffigurato con la mani insanguinate.
Trump indignato: ma niente sanzioni
indignato per la sparizione del giornalista, sulla vicenda è intervenuto anche Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti, di cui l'Arabia Saudita è tradizionaale alleato. Per ora non sono previste sanzioni nè il congelamento della vendita di armi.
"Non mi piace fermare enormi quantità di denaro che vengono riversate nel nostro paese...So che il governo saudita sta spendendo 110 miliardi di dollari in attrezzature militari e su cose che creano posti di lavoro, anche per il nostro paese", ha dichiarato Trump.
Il Presidente Trump ha dichiarato che investigatori statunitensi stanno lavorando al caso insieme a Turchia e Arabia Saudita, ma questa collaborazione è stata smentiata da fonti diplomatiche turche".