Poche le manifestazioni di dissenso in città per la visita del presidente turco.
L'Unione Europea non ha voltato le spalle alla Turchia, almeno non completamente. Dopo una visita non conciliante in Germania, in aperto contrasto tra Berlino e Ankara, il leader turco Erdogan è stato accolto da amico a Budapest dal presidente magiaro Áder e dal primo ministro Orbán, uno dei pochi leader europei ad assistere alla cerimonia d’investitura per il secondo mandato ad Ankara.
Non sono mancate le contestazioni con alcuni striscioni esposti dall'opposizione alle finestre del Parlamento ungherese, ma - in generale - il dissenso non si è ritagliato grande spazio.
In conferenza stampa, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha ribadito la vicinanza con la Turchia di Erdogan: "La politica estera ungherese poggia su tre pilastri, tre poli a cui guardare con grande attenzione: Ankara, Mosca e Berlino. Questi sono i tre poteri e i tre grandi Paesi a cui l'Ungheria è legata da centinaia e centinaia di anni".
Un legame che dà un colpo di spugna a 150 anni di occupazione, tra il 1541 e il 1699, da parte degli ottomani. Due anni fa l’Ungheria aveva infatti commemorato, in presenza di rappresentanti turchi, i 450 anni dalla morte di Solimano il Magnifico. Una ricorrenza per regalare una visione comune ai due Paesi, resa ancor più nitida dalle relazioni bilaterali attuali, con particolare attenzione agli aspetti politici, economici e alla questione migratoria.