Domenico Lucano è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e illeciti nell'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti
Quello che per l'Europa e il mondo è un modello, per la procura di Locri in Calabria è un sistema basato su illeciti. Il tribunale che ha ordinato i domiciliari per il sindaco Mimmo Lucano fa però un mezzo passo indietro. Decadono le contestazioni più gravi: concussione, malversazione, truffa ai danni dello Stato, perché, sottolinea il giudice nel provvedimento, la gestione dei fondi per l'accoglienza dei migranti è stata magari "disordinata e superficiale, ma nessuno ha intascato un centesimo".
Due accuse restano però in piedi. Secondo la procura, Lucano avrebbe organizzato con la collaborazione della compagna, uno o più "matrimoni di comodo" e forzato la procedura in modo da affidare alle cooperative nate a Riace, che danno lavoro a migranti e riacesi, il servizio di raccolta rifiuti.
Nel 2016 la rivista americana Fortune lo ha classificato tra le 50 persone più influenti del mondo. Com'era da prevedere il caso è diventato nazionale con le prime reazioni del ministro Salvini e le risposte del difensori del sindaco, mentre Lucano, lui continua a definirsi un disobbediente.
Domenico Lucano, soprannominato Mimmo, ha accolto i migranti negli appartamenti abbandonati di Riace Superiore, la zona del paese che a partire dagli anni ’60 si è progressivamente spopolata, così da rivitalizzare, anche economicamente, il centro, abitato da meno di 400 persone con decine di famiglie che si installano nelle case abbandonate.
Nell'ambito della indagine, è stato disposto il divieto di dimora a Riace per la compagna del sindaco, Tesfahun Lemlem.
La misura degli arresti domiciliari per Lucano, da tempo alla ribalta dell'attualità per il suo impegno ad accogliere migranti e profughi, apre una polemica politica.
Il ministro dell'Interno Salvini, che altre volte aveva criticato l'esperienza di Riace, pare cadere dalle nuvole e ironizza mostrandosi sorpreso dell'accaduto, mentre il giornalista ed editorialista Gad Lerner si schiera a fianco di Lucano e parla di "pulsione fascistoide di cui sta cadendo preda il paese".