Registi, personalità della cultura e politici chiedono la liberazione del regista in sciopero della fame nelle prigioni russe
Il cinema francese si mobilita per Oleg Sentsov. Si sta lasciando morire di fame da quasi 130 giorni per le sue idee, il regista che chiede la liberazione di tutti i prigionieri politici ucraini. Ma per Mosca l'uomo resta un terrorista. Nell'esagono però vedono le cose in modo diverso. L'iniziativa non mancherà di far discutere, una catena di persone ha iniziato uno sciopero della fame a turno di fronte all'ambasciata russa a Parigi.
Sentsov è stato condannato a 20 anni di prigione e continua a battersi contro l'annessione della Crimea da parte della Russia. Lo scorso 11 settembre il suo avvocato ha fatto sapere che i suoi organi starebbero cominciando a cedere visto che il sangue non porta piû abbastanza ossigeno al cervello.
Malgrado la mobilitazione di personaggi del mondo dellla cultura e di diversi ambasciatori del G7 oltre ad appelli provenienti da più parti, il presidente russo Vladimir Putin non ha reagito alle sollecitazioni. Persino il sindaco di Parigi, la signora Hidalgo, ha cercato di motivare le autorità russe senza successo. In tutto questo anche gli attivisti più convinti però, non si fanno troppe illusioni sulla sorte di Sentsov. "Se dovesse morire", ha affermato Cristophe Ruggia, "vicepresidente dell'associazione dei cineasti francesi e fra i primi a intraprendere questa battaglia, "dobbiamo fare in modo che le sue idee non muoiano con lui e che possano vincere anche dopo la sua morte".