Settimana lavorativa di quattro giorni? Per il principale sindacato britannico si può

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Di Alice Tidey
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A lanciare la proposta è stata Frances O'Grady, segretaria generale di Trades Union Congress: " E' arrivato il momento di condividere la ricchezza che deriva dalle nuove tecnologie, non permettendo a coloro che stanno all'apice della piramide di tenersela tutta"

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I fine settimana di tre giorni dovrebbero diventare la norma. A sostenerlo è il principale sindacato dei lavoratori britannici, spiegando che le nuove tecnologie creano sufficiente ricchezza.

Secondo la Federazione Sindacale britannica (Trades Union Congress o TUC), una settimana lavorativa di quattro giorni senza una riduzione della retribuzione è raggiungibile prima della fine del secolo, in quanto le nuove tecnologie possono aumentare la produttività riducendo il tempo trascorso al lavoro.

Frances O'Grady, segretaria generale del TUC, ha affermato lunedì alla 150° assemblea annuale della federazione: "Nel diciannovesimo secolo, le organizzazioni sindacali si battevano per le giornate lavorative di otto ore. Nel ventesimo, abbiamo acquisito il diritto di avere un weekend di due giorni e le vacanze pagate".

Ha aggiunto: "Credo che nel nostro secolo possiamo ottenere una settimana lavorativa di quattro giorni, con una retribuzione dignitosa per ognuno di noi. E' arrivato il momento di condividere la ricchezza che deriva dalle nuove tecnologie, non permettendo a coloro che stanno all'apice della piramide di tenersela tutta".

Una ricerca del TUC ha constatato che più di 1,4 milioni di britannici lavorano quattro giorni a settimana, mentre 3,3 milioni lavorano più di 45 ore settimanali. La maggior parte dei lavoratori intervistati dal sindacato ha detto che lo stress e le lunghe ore di lavoro sono le loro maggiori preoccupazioni dopo la retribuzione, e che sceglierebbero sicuramente una settimana lavorativa di quattro giorni.

La maggioranza (51%) ha affermato inoltre di temere che i benefici delle nuove tecnologie saranno accumulati dai dirigenti e dagli azionisti. Il sindacato ha anche avvertito che l'aumento dell'economia "on-demand" sta facilitando il rilancio di "vecchie pratiche occupazionali scadenti", tra cui il lavoro a cottimo, orari imprevedibili e contratti a ore zero.

Il TUC ha puntato il dito su Amazon, azienda che ha portato il suo fondatore Jeff Bezos ad essere oggi l'uomo più ricco del mondo, ma verso cui gli impiegati sono spesso critici.

Secondo un sondaggio portato avanti nel 2017 dal sindacato GMB, il 91% dello staff di Amazon non consiglierebbe di lavorare per Amazon ad un amico e l'89% si sente sfruttato.

Il TUC ha invece elogiato il lavoro dei sindacati di Francia e Germania, che hanno negoziato accordi sul "diritto di disconnettersi" rispettivamente con il governo e le aziende. In questo modo il tempo trascorso lavorando al di fuori dalle mura del luogo di lavoro può essere considerato come tempo di lavoro.

All'inizio dell'anno, un'azienda neozelandese ha sperimentato una settimana lavorativa di quattro giorni, iniziativa apprezzata anche dall'amministratore delegato della ditta.

Tutti i 230 dipendenti di Perpetual Guardians hanno partecipato all'esperimento durato otto settimane. Diversi indicatori, fra i quali si includono i livelli di stress, l'equilibrio vita-lavoro e l'impegno nei confronti dell'azienda, erano notevolmente migliorati alla fine del processo. La produttività è invece rimasta stabile.

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