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Partiti: mai più come prima?

Partiti: mai più come prima?
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Di Giorgia Orlandi
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Il Pd in piena crisi identitaria vola verso il Congresso. La Lega: l'ipotesi della chiusura e del nuovo nome e l'ala anti-Salvini del Movimento 5 Stelle

PD: FUTURO INCERTO

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Parole molte, certezze ancora poche. Il dibattito sul futuro del Partito Democratico a sei mesi dalla batosta alle ultime elezioni continua. Per adesso un solo punto fermo: accelerare sul congresso di fine ottobre per ripartire.

Unico candidato ufficiale per ora Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio da sempre l'alter ego della leadership renziana che dalla Convention di Area Dem a Cortona assicura che il programma, secondo lui, non prevede un cambio di nome ma solo coraggio e passione.

Durante La Versiliana, al Direttore del Fattoquotidiano.it Peter Gomez, Zingaretti ha parlato delle contestazioni da parte dei renziani: "Mi attaccano - spiega - perché hanno capito che finalmente qualcosa di competitivo che può cambiare le cose si sta muovendo".

Una delle accuse arriva direttamente dai social media. Su Facebook la community renziana "NOI siamo il PD", critica il governatore per il fatto di voler cavalcare la fuga di voti dal Pd verso il Movimento 5 Stelle per aprire ai grillini stessi all'interno il Pd. Il governatore viene paragonato a Di Maio: "Zingaretti vorrebbe scalare la segreteria per portare i grillini dentro il nostro partito e metterlo nelle mani di una società privata".

L'anima anti-Salviniana del Movimento intanto ha trovato il suo rappresentante dal Presidente della Camera Roberto Fico. L'unico grillino che ha accettato di partecipare alla Festa dell'Unità ma che tiene a sottolineare: "la colpa del mancato accordo con il Pd è di Renzi" e quanto alla relazione tra Movimento e Lega: " si basa su un contratto - ha detto - e non su un'alleanza". 

Ri-sintonizzare il partito con il paese è la parola chiave, ma soprattuto lo spirito della Festa dell'Unità in corso a Ravenna alla quale partecipano i big del PD. Il 31 agosto è stata la volta del primo segretario di partito Walter Veltroni che ha ricordato i valori costituenti per ripartire. 

Ad aprire le danze l'attuale Segretario reggente Martina anche lui candidato alla guida del partito che pochi giorni fa da un'altra Festa dell'Unità, questa volta di Pesaro, ha parlato del congresso del Pd: "lo faremo prima delle elezioni europee", ha detto,"ma è già iniziato un lavoro sui temi per ricollegare il partito al Paese. Dopo il forum di Milano in programma a fine ottobre chiameremo migliaia di persone in piazza per costruire l'alternativa".

Venti di cambiamento necessari che vanno di pari passo con l'ormai certa archiviazione del Nazareno targato Renzi, stigmatizzata nella dichiarazione resa nell'intervista a Barbara Palombelli: mi sembra di aver già dato, io ho vinto due volte le primarie e due volte mi hanno fatto la guerra quelli del mio partito, del mio schieramento.

LEGA: CHIUDE  O CAMBIA NOME ?

Il futuro della Lega dipende da una sentenza. Il 6 settembre, l'ha detto a chiare note Giancarlo Giorgetti: "se il partito viene condannato dal Tribunale del Riesame di Genova  per l'affare dei fondi, chiude". 

Questo cosa significa? Salvini dovrà trovare un'exit strategy che gli consenta di uscire dall'empasse, ovvero un cambio di nome nei fatti già attuato per dare vita ad una nuova entità. Un'unica realtà nella quale far confluire sia la Lega Nord ma anche Salvini Premier. Un nuovo soggetto interamente nazionale di cui esiste già una formulazione.Secondo l'Huffington Post l__o scorso 14 dicembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo statuto di una "associazione non riconosciuta" registrata con il nome Lega per Salvini premier.

Verrebbe da dire che forse non tutti i mali vengono per nuocere per la Lega di Salvini che da quando è diventato segretario della Lega Nord nel 2013 ha condotto il partito fuori dai confini della Padania.Un partito diventato quasi prima forza del paese che nonostante la spinta nazionale che ha toccato anche il sud, resta formalmente secessionista. 

Nonostante le polemiche interne al partito che hanno visto per protagonisti a fasi alterne dall'ex ministro dell'Interno Maroni al governatore Zaia passando per Bossi, critici anche dell'alleanza con il Movimento 5 Stelle, parlano le cifre. Sono eloquenti: da un lato la crescita su scala nazionale rispetto alle ultime politiche e dall'altro i sondaggi recenti che lo danno in parità con il Movimento 5 Stelle, se non davanti.

MOVIMENTO 5 STELLE: FILO O ANTI SALVINI?

La questione dei migranti sta di fatto spaccando il partito in due. La vicenda della Diciotti ha contribuito a far emergere due visioni diverse o meglio chi del Movimento appoggia la linea dura di Salvini e chi è contro.

Per Roberto Fico, il Presidente della Camera, i migranti dovevano essere sbarcati dal primo giorno, concetto che ha espresso anche durante la partecipazione alla festa dell'Unità di Riccione. Dalla parte di quest'ultimo nello specifico si è schierato anche l'ex capitano della Guardia Costiera De Falco, senatore grillino:

Dalla parte di Salvini invece Di Maio, che a freddo ha commentato: "Fico ha il diritto di esprimere le sue idee, ma il governo è compatto sulla linea del presidente Conte". Ma le tensioni risalgono al periodo precedente al caso Diciotti, quando Fico si era espresso a sfavore della chiusura dei porti voluta da Salvini. Posizione a cui aveva risposto il vicepremier grillino con: "parla a titolo personale".

Il cosidetto "grillismo di sinistra" sempre più stretto intorno alla figura di Fico, non digerisce soprattutto il ruolo da "protagonista" di Salvini e quello che viene giudicato l'isolamento del vicepremier Di Maio. Sul tema del reddito di cittadinanza il leader cercherà di radunare le truppe, in una fase in cui anche le stesse battaglie del Movimento sembrano uscite dal dibattito politico.

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