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Macedonia: il nome della discordia

Il premier ellenico Tsipras e il presidente macedone Ivanov
Il premier ellenico Tsipras e il presidente macedone Ivanov
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Di Euronews
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La questione del cambio del nome della Macedonia è ancora ben lungi dall'essere risolta: mentre il premier greco, Tsipras, annuncia che l'accordo è raggiunto, il presidnte macedone, Ivanov, dichiara che non firmerà

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Il nome della discordia. Una vicenda ancora del tutto aperta. Mentre il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, annunciava in un messaggio televisivo che l'accordo è stato raggiunto e quindi l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia si chiamerà Macedonia settentrionale, il presidente macedone, Djordje Ivanov, rende noto che non firmerà alcun accordo.

Tsipras ha dichiarato che l'accordo copre tutte le precondizioni che la parte greca aveva stabilito, vale a dire che il nome sarà usato a livello nazionale e internazionale e che Skopje rivedrà la sua costituzione.

Tutto ciò, dice Tsipras, in funzione di proteggere il patrimonio storico dell'antica Macedonia greca e promuovere la stabilità e la cooperazione nei Balcani, confermando il ruolo della Grecia come pilastro di pace, sicurezza e crescita.

Il prossimo passo prevede che l'accordo sia firmato dai ministeri degli esteri di entrambi i paesi nei prossimi giorni.

Ma il presidente macedone in conferenza stampa ha dichiarato che l'accordo viola la costituzione del suo Paese e che non cederà a minacce, pressioni e ricatti di alcun tipo per arrivare alla firma.

L'annosa disputa riguardante il nome della repubblica dell'ex Jugoslavia, che da decenni rende tese le relazioni tra i due Paesi consentirebbe al governo di Skopje di accelerare sul percorso d'ingresso nell'Unione europea e nella Nato ma il presidente Ivanov ribadisce che questa non può essere una scusa per firmare un accordo totalmente negativo per il suo Paese.

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