"Repubblica della Macedonia del Nord": il 30 settembre il referendum

"Repubblica della Macedonia del Nord": il 30 settembre il referendum
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Di Cristiano Tassinari
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Il referendum sul nuovo nome del paese balcanico sarà importante anche come passaggio fondamentale verso l'entrata della "Repubblica della Macedonia del Nord" nella NATO e nell'UE. Una vittoria referendaria che, dalle parti di Skopje, danno per non così scontata.

Nuovo nome per NATO e UE

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La Macedonia va al referendum consultivo per accettare di chiamarsi "Repubblica della Macedonia del Nord".

Solo cosi, con l'accettazione popolare dell'accordo avvenuto il 17 giugno scorso con la Grecia, il paese balcanico - due milioni di abitanti - potrà aderire alle trattative per entrare nell'Unione Europea e alla Nato.

Attualmente, il nome ufficiale della Macedonia è FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia - Ex repubblica jugoslava di Macedonia).

Data consigliata: 30 settembre

Al Parlamento di Skopje, il governo ha presentato un disegno di legge con i dettagli del referendum, proponendo il 30 settembre come data consigliata.
In Parlamento, il governo ha la maggioranza assoluta: 67 seggi su 120.

Presidente e primo ministro: avversari

Da registrare, tuttavia, la presenza del partito VMRO-DPMNE (Partito Democratico per l'Unità Nazionale Macedone) del presidente Gjorge Ivanov. che ha chiesto alla popolazione di boicottare le urne.

L'accordo del Lago Prespa

Di ben altra opinione è il primo ministro macedone, Zoran Zaev, protagonista dell'accordo del 17 giugno con il collega greco Alexi Tsipras, con il quale ha trovato una soluzione alla storica diatriba (in corso dal 1991) sull'utilizzo del nome Macedonia, rivendicato da un'omonima regione greca. 
La firma sull'accordo tra Grecia e Macedonia è stata apposta dai rispettivi ministri degli esteri: **Nikos Kotzias e Nikola Dimitrov. **

Il primo ministro macedone Zoran Zaev, convinto europeista, fotografato a Bruxelles.

Proteste greche e macedoni

Non mancano, tuttavia, le voci fuori dal coro: anche lunedì ci sono state proteste contro l'accordo tra Skopje e Atene e la vittoria del Si nel referendum è tutt'altro che scontata.

La domanda ufficiale del referendum sarà: "Siete voi favorevoli all'entrata nella NATO e nell'UE accettando l'accordo siglato tra Repubblica di Macedonia e Grecia?"

In caso di vittoria dei Si, le trattative per l'entrata della Macedonia nell'Unione Europea potrebbero iniziare già nel 2019, con obiettivo l'ingresso ufficiale nel 2025, come per altri paesi dell'area balcanica.

Le proteste contro l'accordo Grecia-Macedonia, peraltro, non mancano neppure ad Atene e dintorni.

E se il referendum fallisce?

Il rischio di bassa affluenza è molto alto, qualcosa che renderebbe il referendum fallito e fallimentare e, quindi, pure l'accordo Macedonia-Grecia.
L'ultimo sondaggio mostra che solo il 31% degli elettori ha intenzione di andare alle urne.

La legislazione macedone afferma che un referendum consultivo come questo viene considerato valido solo se vi partecipa più del 50% degli elettori.

Nel caso in cui gli elettori del partito VMRO-DPMNE e gli indecisi boicottino davvero il referendum, è probabile che il quorum non raggiunga il minimo stabilito.

Il primo ministro Zaev ha annunciato che, in caso di fallimento del referendum, è pronto a dimettersi.

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