La Corte di giustizia Ue ha imposto all'Italia una multa da 25 milioni di euro,
Una maxi multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma di aree sprovviste di reti fognarie o sistemi di trattamento delle acque reflue. Questa la decisione della Corte di giustizia Europea che a distanza di sei anni ha ritenuto l'Italia ancora in grave ritardo nel seguire le disposizioni dei 27 stati membri, per le quali il Paese aveva già subito una prima condanna nel 2012.
Sarebbero ancora 74 gli agglomerati non conformi sparsi in 18 regioni d'Italia , secondo l'Unione Europea seppure diminuiti nel corso degli anni di 35 unità. Le uniche regioni a essere a norma sono Emilia Romagna e Molise. Diverse già le associazioni che si occupano di ambiente a esprimere sdegno come Utitalia, associazione delle imprese di acqua energia e ambiente, e il WWF che ha dichiarato: "inquinare, e non impedirlo, è veramente un pessimo affare. Ci rimettono l'ambiente e gli ecosistemi terrestri, fluviali e marini, la salute umana e ora anche le nostre tasche". Il direttore generale di Utitalia, Giordano Colarullo, ha rincarato la dose:
"La multa decisa dall'Ue all'Italia sulla depurazione ha radici lontane, nella mancanza di investimenti negli ultimi 60 anni. Salvo un breve periodo a inizio degli anni '80 di finanziamenti speciali per il Mezzogiorno, solo oggi grazie all'esistenza di un'Autorita' di regolazione, possiamo dire che si sta migliorando. E' questa la causa del gap infrastrutturale che oggi ci porta ad essere nuovamente bacchettati dall'UE."