Ancora scintille Di Maio-Salvini

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Per dirla alla Di Maio, chiuso definitivamente il forno con il Partito Democratico e resta in stallo la trattativa sulla formazione del governo a due mesi dal voto anche perchè l'altro forno, quello con la Lega e il resto della coalizione di Centrodestra, era ormai chiuso da tempo.

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Per dirla alla Di Maio, chiuso definitivamente il forno con il Partito Democratico e resta in stallo la trattativa sulla formazione del governo a due mesi dal voto anche perchè l'altro forno, quello con la Lega e il resto della coalizione di Centrodestra, era ormai chiuso da tempo anche se Matteo Salvini prova a riaprire la porta .

Salvini
"Farò tutto il possibile fino all'ultimo minuto per dare un Governo che duri cinque anni agli italiani, per occuparci dell'emergenza del Paese che è il lavoro. Noi siamo disponibili a prendere l'attuale legge elettorale e a mettere un premio di maggioranza che garantisca a chi prende un voto in più di governare, non vogliamo perdere due anni di tempo, l'unica modifica possibile è prendere questa legge elettorale aggiungendoci due righe sul premio di maggioranza. Non rispondo a insulti e sciocchezze su soldi e poltrone "

Ma i pentastellati non ci stanno e rilanciano sull'ormai famoso veto: "Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!", ha scritto su Twitter Di Maio postando una dichiarazione del leader leghista del 2012 in cui Salvini diceva "no a possibili assi tra Carroccio e il Cavaliere".

Dai veti al voto, il calambour viene facile, ma in casa del Partito Democratico la situazione non è delle migliori, anzi, quasi da tutti contro tutti. Nervi tesi alla vigilia della Direzione divisa in renziani e non. Come se non bastasse in casa Dem è comparso in rete un sito: "senzadime.it" con nomi e cognomi di chi è favorevole o contrario a un accordo con i Cinque Stelle. Martina ne ha ordinato la chiusura e al posto dei nomi sono comparsi degli omissis.

Il Presidente della Repubblica Mattarellla ha dichiarato: distinguere bene comune da interessi di parte. Ma tutto veleggia ancora in alto mare.

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