Per il quinto venerdì "di collera" consecutivo, si sono verificati ancora scontri a Gaza, tra i manifestanti e l'esercito israeliano, che ha sparato sulla folla: quattro le vittime, tra cui un 15enne, e centinaia di feriti. Dall'inizio della Marcia del Grande Ritorno, sono 45 i palestinesi uccisi.
Quattro vittime
Un altro giorno di morte e violenza a Gaza.
Quattro palestinesi sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco esplosi da soldati israeliani durante la protesta per il quinto venerdì "di collera" consecutivo
Una delle vittime, un ragazzo di 15 anni, Azzam Oweida, rimasto gravemente ferito negli scontri, è deceduto sabato mattina.
Le quattro vittime portano a 45 (tra cui un giornalista) il numero di palestinesi uccisi dal 30 marzo, giorno dell'inizio di un massiccio movimento di protesta globale denominato "La Grande Marcia del Ritorno".
Purtroppo, incidenti - con morti e feriti - si sono già verificati nei precedenti venerdì.
"Sono vigliacchi"
Indignato l'osservatore della Palestina alle Nazioni Unite, Riyad Mansour: "Sono codardi che si nascondono dietro le colline e armati fino ai denti, protetti dai fucili ad alta velocità e alta precisione, per usarli come cecchini contro i civili. La vergogna ricada su di loro. Sono i vigliacchi che stanno affrontando civili indifesi e li uccidono come si andrebbe a cacciare in aperta campagna".
La Grande Marcia di Ritorno
Il movimento di protesta "La Grande Marcia di Ritorno" rivendica il diritto dei palestinesi di tornare nei territori e nelle proprietà da cui sono fuggiti o sono stati scacciati con la creazione dello stato di Israele nel 1948 (in palestinese Nakba, "la Catastrofe").
Altre proteste sono previste per il prossimo venerdi.