Due giorni di sciopero tre di lavoro per tre mesi. Gli 'cheminots' contro la riforma Macron che vuole togliere loro lo status di categoria speciale.
Tre giorni di lavoro due di sciopero. Avanti così per tre mesi, dal 22 marzo fino a fine giugno. I ferrovieri francesi alzano le barricate perché non passi la riforma che, in vista della liberalizzazione dell'alta velocità nel 2020, tende ad abolire i privilegi di cui gode la categoria.
Il primo giorno di sciopero è stato il 22 marzo per questo 3 aprile è previsto che passi un tgv su 8.
LA RIFORMA DI MACRON
Il presidente Emmanuel Macron, che è nipote di un ferroviere, vorrebbe che i nuovi assunti perdessero lo statuto speciale di ferrovieri, la possibilità di andare in pensione anticipata anche a 52 anni; il governo vorrebbe poi introdurre dei piani di licenziamento oltre che eliminare i biglietti gratuiti per i dipendenti delle ferrovie francesi e alcuni loro famigliari.
LA LIBERALIZZAZIONE DEL SETTORE FERROVIARIO IN EUROPA
Ma i 140mila ferrovieri non ci stanno e vedono come fumo negli occhi l'apertura del settore, in cui operano come monopolisti, prevista da norme europee. I Paesi dell'Unione alla fine del 900 per rilanciare il trasporto ferroviario hanno deciso di investire sull'alta velocità, come Francia e Germania o di rendere più competitivo il mercato liberalizzando, come la Gran Bretagna e la Svezia.
L'Italia è un esempio d'avanguardia dato che Roma ha scelto sia di investire sull'alta velocità che di liberalizzare. Proprio la concorrenza degli italiani è temuta dalle ferrovie francesi tra l'altro soffocate da un debito di 45 miliardi. Proprio questo debito è il grande innominato dal piano del governo e i sindacati chiedono che lo Stato lo assorba prima di sottoporre i lavoratori a sacrifici.