Stretta di Madrid contro i politici indipendentisti. Dopo l'arresto che ha impedito a Jordi Turull di assumere la guida della Generalitat, l'ex presidente catalano lascia precipitosamente la Finlandia per fuggire un nuovo mandato d'arresto internazionale
Incriminazione e rinvio a giudizio riaprono la caccia grossa agli indipendentisti
Finlandia amara per Carles Puigdemont. Invitato da un gruppo di deputati, l'ex presidente indipendentista catalano che Madrid vuole dietro le sbarre ha lasciato il Paese scandinavo nel più gran segreto, per tornare nel Belgio in cui si è ritirato in volonario esilio.
L'arresto di Turull a poche ore dall'investitura e le accuse degli indipendentisti: "Una giustizia a orologeria"
A indurlo alla fuga, un nuovo mandato d'arresto internazionale, rilanciato dalla Spagna e che Helsinki si era detta pronta a eseguire, procedendo poi eventualmente alla sua estradizione. L'iniziativa segue la formale incriminazione per "ribellione" e il rinvio a giudizio di Puigdemont e di altri ventiquattro leader catalani fra cui Jordi Turull, il candidato che proprio ieri avrebbe dovuto essere investito alla presidenza della Generalitat. È infatti di nuovo stallo politico, in Catalogna, dopo la fumata nera che ha dovuto registrare il parlamento regionale, riunitosi sabato per eleggere alla sua presidenza proprio Turull. La tempistica induce gli indipendentisti a parlare di "giustizia a orologeria" e ad accusare il Gip del Tribunale supremo spagnolo che istruisce il procedimento, di stare guidando un'offensiva politica contro la dissidenza catalana.