Zuckerberg ammette: è colpa mia

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Di Alberto De Filippis
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Fondatore di Facebook cerca di limitare i danni, ma una mega class action pende sul suo capo

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«Sono responsabile di quello che è successo»: Mark Zuckerberg rompe il silenzio sullo scandalo dei dati personali raccolti su Facebook. «Abbiamo fatto errori, c'è ancora molto da fare», scrive sulla sua pagina personale; «Abbiamo la responsabilità di proteggere le vostre informazioni», aggiunge.

Mentre negli Stati Uniti scatta la prima class action contro Facebook, sono ore frenetiche nel quartier generale di Menlo Park. I top manager del gruppo sono al lavoro con i legali per mettere a punto la strategia per reagire allo scandalo

S'infittiscono le voci di altre teste pronte a cadere dopo quella del responsabile per la sicurezza informatica Alex Stamos. Con qualche analista che azzarda l'ipotesi di un clamoroso passo indietro dello stesso presidente ed amministratore delegato di Facebook

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