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ChatGPT mette un freno alle scopiazzature accademiche: arriva Study Mode per un uso responsabile

FILE - Il logo OpenAI appare su un telefono cellulare davanti allo schermo di un computer che mostra la schermata iniziale di ChatGPT, il 17 marzo 2023, a Boston.
FILE - Il logo OpenAI appare su un telefono cellulare davanti allo schermo di un computer che mostra la schermata iniziale di ChatGPT, il 17 marzo 2023, a Boston. Diritti d'autore  Michael Dwyer/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Michael Dwyer/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di يورونيوز
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OpenAI presenta Study Mode, la nuova funzione di ChatGPT che guida gli studenti nell’apprendimento interattivo e responsabile, contrastando l’abuso dell’IA in ambito accademico

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Gli sviluppatori di ChatGPT hanno annunciato il lancio di una nuova funzione chiamata Study Mode, che mira a promuovere un uso accademico responsabile dello strumento, alla luce dei crescenti casi di abuso delle tecnologie di intelligenza artificiale (Ai) nelle università.

La nuova modalità, accessibile tramite il pulsante "Strumenti" all’interno della piattaforma, consente agli utenti di imparare in modo interattivo, passo dopo passo, come in una lezione personalizzata, invece di ricevere semplici risposte o riassunti preconfezionati.

In un esempio pubblicato da OpenAI, ChatGPT ha risposto a una richiesta di aiuto sul teorema di Bayes interrogando l’utente sul suo livello di alfabetizzazione matematica e sugli obiettivi di apprendimento, prima di avviare una spiegazione strutturata e graduale.

L’Ai contro l’abuso accademico

Il lancio della nuova funzione avviene in un contesto di crescente allarme nel settore educativo. Secondo un’indagine del Guardian nel Regno Unito, nel periodo 2023-2024 si sono registrati circa 7.000 casi di violazioni dell’integrità accademica legati all’uso di strumenti di Ai, con un tasso di 5,1 casi ogni mille studenti, rispetto agli 1,6 dell’anno precedente.

OpenAI ha rilevato che oltre un terzo degli studenti universitari statunitensi utilizza ChatGPT e che circa il 25 per cento dei messaggi inviati al bot riguarda attività legate all’apprendimento, all’insegnamento o allo svolgimento dei compiti.

Apprendere, non copiare

Gli sviluppatori spiegano che Study Mode non si limita a fornire risposte, ma punta a stimolare la comprensione dei concetti, l’analisi critica e l’interazione con i contenuti. L’utente viene guidato attraverso domande e spiegazioni progressive, per favorire un apprendimento attivo anziché passivo. Tuttavia, nulla impedisce a chi lo desidera di ignorare questa modalità e continuare a chiedere risposte dirette.

Jaina Devaney, responsabile dell'istruzione internazionale di OpenAI, ha descritto Study Mode come un passo concreto per incoraggiare un uso sano e didattico dell’Ai: “Vogliamo mostrare come ChatGPT possa essere usato in modo responsabile. Non crediamo nei trucchi o nell’uso scorretto in ambito accademico, e questa è una misura per contrastare tali comportamenti.”

Devaney ha inoltre sottolineato la necessità di una riflessione più ampia all’interno della comunità educativa su valutazioni, etica e linee guida per l’uso dell’intelligenza artificiale a scuola e all’università.

Un assistente per studiare davvero

OpenAI ha spiegato che la modalità Studio — anche chiamata Studia e impara — è pensata per supportare gli studenti nei compiti, nella preparazione agli esami e nell’apprendimento di nuovi argomenti, offrendo un’esperienza più coinvolgente e meno meccanica. Tra le novità, la possibilità di interagire con le immagini: gli utenti possono caricare esercizi o compiti scritti e affrontarli in collaborazione con l’Ai.

La funzione è stata sviluppata con il contributo di insegnanti, scienziati ed esperti di didattica, ma OpenAI avverte che potrebbero verificarsi errori o comportamenti incoerenti nelle conversazioni, sottolineando che si tratta comunque di un sistema in continua evoluzione.

L’auspicio, conclude l’azienda, è che strumenti come Study Mode possano diventare alleati dell’educazione, anziché scorciatoie per evitarla.

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