Grillo (al PD?): "Bisogna adattarsi, siamo pronti a tutto"

Grillo (al PD?): "Bisogna adattarsi, siamo pronti a tutto"
Di Diego Giuliani
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In un video-messaggio la ricetta per uscire dal pantano delle coalizioni impossibili. "Senza di noi, niente legislatura", ribadisce di Di Maio, che sempre più sembra guardare al PD. I dissidenti scalpitano, ma con le sue "dimissioni differite" Renzi prende di fatto in ostaggio il Partito

"Un po' democristiani, un po' di destra, di centro: possiamo adattarci a qualsiasi cosa"

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La specie che sopravvive non è quella più forte, ma quella che si adatta meglio - dice Beppe Grillo in un video pubblicato sul suo blog. Noi siamo dentro un po' democristiani, un po' di destra, un po' di centro, un po' di sinistra: possiamo adattarci a qualsiasi cosa". Se il fondatore e padre spirituale del movimento riassume così orientamenti e duttilità necessari a uscire al pantano del dopo-voto, dalla sua Pomigliano d'Arco il Luigi di Maio che ribadisce il passaggio obbligato per i Cinque Stelle sembra però sempre più, numeri alla mano, rendersi conto dell'imprescindibilità del di un dialogo con il PD. Ipotesi che pare inoltre corroborata da una sua lunga lettera, oggi ospitata sulle colonne di Repubblica, quotidiano da sempre meno che tenero nei confronti del Movimento.

Renzi ai dissidenti: "Niente astio e polemiche: chi vuole sostenere M5S e destre lo dica"

Apertura però respinta da Renzi che, rimandando la nomina del suo successore a dopo la formazione del governo, di fatto tiene in ostaggio il partito e taglia le gambe a qualsiasi fuga in avanti. "Cinque Stelle e Destre ci hanno insultato per anni e rappresentano l'opposto dei nostri valori - ha scritto Renzi su Facebook -. Chi vuole portare il PD a sostenerli lo dica-. Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore".

Alle seconde linee che scalpitano e si sentono imbavagliate, Renzi promette un dialogo "senza astio, senza insulti e senza polemiche". L'appuntamento è per la segreteria del Partito di lunedì: passaggio, in vista del quale c'è anche chi - come il neoeletto Stefano Ceccanti -, propone una soluzione alla tedesca, con la sottomissione dell'apertura ai Cinque Stelle a un referendum interno.

Stefano Ceccanti in un'intervista a RepubblicaTv: "Noi abbiamo fatto le elezioni sostenendo che non ci saremmo mai alleati con gli estremisti, se qualcuno nel partito volesse sostenere una linea diversa dovrebbe chiedere un mandato, tramite un referendum tra gli iscritti come ha fatto la Spd in Germania".

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