"La moda? Un'arte universale il cui linguaggio è la bellezza"

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Di Euronews
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Lo stilista e imprenditore libanese Elie Saab ospite di Global conversation, racconta come ha costruito un brand che ha successo in tutto il mondo

Un’icona, che ha contribuito a costruire l’industria della moda del mondo arabo. È stato il primo designer mediorientale a presentare una collezione alla settimana della moda di Roma. Si è fatto da sé, il suo nome è riconosciuto a livello mondiale ed è sinonimo di glamour. Elie Saab è ospite di Global conversation

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Daleen Hassan, giornalista euronews: “Come può la moda creare un dialogo tra il Medio Oriente e l’Occidente?”

Elie Saab: “La moda non ha confini, è un linguaggio universale parlato da tutti. È un’arte autonoma e il suo linguaggio è la bellezza”.

Daleen Hassan: “Si sente il padrino di questo dialogo?”

Elie Saab: “Di certo quello che ho fatto è influenzare, specialmente i giovani arabi. Quando ho iniziato a diventare noto a livello internazionale, o anche prima; il primo giorno che ho iniziato come stilista, avevo un obiettivo più importante. Questa professione non è mai facile e mi sento onorato di trovarmi nella posizione in cui sono, di conseguenza per me è normale essere un ponte tra il Medio Oriente e il resto del mondo. Voglio che il Medio Oriente abbia qualcosa da dire quando si tratta di moda internazionale. Ci sono molti talenti, hanno solo bisogno di un’opportunità”.

A feast for the eyes | Get lost in the dreamy details of #ParisEstUneFêtepic.twitter.com/094yUJxumU

— ELIE SAAB (@ElieSaabWorld) 25 gennaio 2018

Daleen Hassan: “Lei ha detto ‘il talento da solo non basta a fare un grande stilista, servono lavoro incessante e determinazione’. Pensa che i giovani condividano questo punto di vista?”

Elie Saab: “Essere talentuosi non è abbastanza, ciò che è veramente importante è come gestisci quel talento quando lo hai. Questo vale tanto quanto il talento stesso. Purtroppo ci sono troppi giovani che si ubriacano al primo buon risultato.E questo danneggia. Credo che il successo sia un insieme di molti elementi costruiti passo dopo passo per raggiungere una fama continua e permanente”.

Daleen Hassan: “Quindi è un processo cumulativo?”.

Elie Saab: “Esatto, il successo si basa su una serie di risultati, non credo nel successo immediato”.

Daleen Hassan “Quando ha iniziato per la prima volta in Europa, ha affrontato molte sfide: oggi l’Europa è uno dei centri più importanti per il suo marchio. Come considera questa esperienza?”

Elie Saab: “È stato difficile, i miei inizi per entrare nel mercato internazionale sono stati difficili: quando ho iniziato in Europa, nessuno aveva mai sentito parlare di me prima, di qualcuno che dal Medio Oriente che disegnasse haute couture, collezioni… È stata una sfida quando ho iniziato a Roma, nel 1996: ero molto conosciuto nel mondo arabo, ma in Europa ho dovuto ripartire da zero. Ora, se guardo indietro, vedo che ho aperto le porte ai giovani che vogliono entrare in questo settore”.

Daleen Hassan: “Come vede l’Europa la giovane generazione araba, specialmente dopo la recente crisi dei rifugiati? Come un peso o come una possibilità di arricchimento culturale?”

Elie Saab: “La maggior parte dei giovani arabi è talentuosa e sono lavoratori indefessi, possono essere una risorsa importante, ovunque si trovino. Se l’Europa vi presta attenzione, beneficerà davvero della presenza dei rifugiati arabi, la maggior parte dei quali è creativa. Forse ora stanno attraversando alcune difficoltà, tuttavia la maggior parte di loro è pronta ad imparare e sarà una risorsa ovunque”.

Daleen Hassan: “Come concilia il fatto di essere un designer creativo e un imprenditore?

Elie Saab: “Dal primo giorno in cui ho iniziato avevo in mente di fare affari. Non mi piace lavorare solo per il design e la creatività. Mi piace vedere le mie creazioni indossate dal maggior numero di donne al mondo. Elie Saab è un gruppo molto grande ora, non credo che saremmo in questa posizione se non avessi gestito l’azienda in maniera tale da fare business.
L’industria della moda crea molte opportunità di lavoro. È nuova qui in Medio Oriente e coinvolge molti investitori, non solo in Medio Oriente ma in tutto il mondo: c’è gente disposta a finanziarla”.

Daleen Hassan: “Investimenti asiatici nei principali marchi europei, come Versace e Valentino acquistati dal Qatar e dai cinesi. Qual è la sua posizione in merito?”

Elie Saab: “Ogni azienda di moda è come una banca. Se non la concepiamo in questo modo, si scioglierà e fallirà. Ad esempio, quando i qatarioti hanno investito, hanno messo molti fondi sulla casa di moda Valentino portandola a un altro livello. Hanno iniettato nuova liquidità rapidamente, il che ha portato Valentino a trovarsi nella posizione in cui è ora”.

Daleen Hassan: “Come bilancia la visione artistica che ispira i vostri progetti e le specifiche tendenze culturali?”

Elie Saab: “Penso che sia un problema del passato. Oggi la bellezza di un modello è in grado di impressionare tutte le culture. Ciò che è importante è che il designer mantenga la propria linea, la sua impronta e che rimanga sé stesso.”

Daleen Hassan: “Come definirebbe il lusso?”

Elie Saab: “Il lusso è tutto ciò che non può essere comprato con i soldi. Non possiamo comprare tutto ciò che vogliamo.. Pensi a quante cose la gente sogna, ma non le acquista anche se ha i mezzi finanziari”.

Daleen Hassan: “Elie Saab Come le piacerebbe essere ricordato?”

Elie Saab: “Onestamente mi basterebbe essere ricordato: il tempo in cui sei ricordato dopo che te ne sei andato è molto più lungo del tempo in cui eri vivo”.

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