Una lettera del Papa

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I retroscena del caso Karadima Barros

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In anticipo di qualche giorno su viaggio del Papa in Cile e Perù l'agenzia Associated Press ha pubblicato una lettera del Pontefice ai vescovi cileni che risale al gennaio 2015. Tema: la spinosa questione dello scandalo Fernando Karadima che è stato per decenni  parroco a Santiago del Cile, ma soprattutto è stato insegnante formatore di giovani e sacerdoti, alcuni dei quali diventati vescovi.

Nel 2010 molti suoi ex discepoli rivelarono gli abusi sessuali subiti da Karadima. Il 21 giugno del 2011 venne ordinato a Karadima di ritirarsi a vita di penitenza. Le critiche sono poi ricadute su altri 3 vescovi ex allievi di Karadima fra cui Juan de la Cruz Barros Madrid, ordinato nel 1995 ausiliare di Valparaíso e poi vescovo.

Nel 2014 il nunzio vaticano in Cile chiede a Barros, quello dei tre vescovi che era più nell'occhio del ciclone, di dimettersi e di prendere un anno sabbatico.

Il nunzio disse inoltre a Barros in via confidenziale – sempre stando a quanto scrive il papa – che lo stesso passo sarebbe stato richiesto anche agli altri due vescovi sotto accusa. Nella comunicazione di rinuncia Barros scrisse quello che il nunzio gli aveva rivelato in segreto sugli altri due vescovi. Il risultato fu la sospensione delle dimissioni dei tre vescovi. Anzi Barros venne promosso a vescovo della diocesi di Osorno. In Cile iniziò la rivolta e la Conferenza Episcopale Cilena chiese al Papa di revocare la nomina.

Informazioni più dettagliate su questa telenovela sono state approfondite dal vaticanista Sandro Magister sul suo blog Settimo Cielo che ha trascritto anche la lettera in questione.

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