Brutta figura dell'Italia che perde al sorteggio
C‘è un filo rosso che lega Londra e Milano. La capitale britannica ha dato l’addio a due agenzie la EBA e la EMA, due acronimi che significano un sacco di soldi e centinaia di posti di lavoro. L’Autorità Bancaria Europea e l’Agenzia Europea del Farmaco. La prima emigra a Parigi, città che attraverso il potenziamento della Défense, il distretto degli affari che sta cercando di attirare le aziende che erano basate a Londra e che di Brexit proprio non ne vogliono sapere.
La seconda, l’Agenzia del Farmaco, andrà ad Amsterdam, dopo un sorteggio a svantaggio del capoluogo lombardo con il governo italiano che non è stato capace di fare quell’azione di lobbying sufficiente a portare all’ombra della madonnina un’agenzia per cui Milano aveva tutte le carte in regola, dalle infrastrutture a una sede prestigiosa come il Pirellone. Non sono state infatti solo due palline a spingere questa struttura prestigiosa nella città dai mille canali. Perché candidature di questo tipo si preparano andando a cercare i voti uno per uno. In un paese di euroscetticismo montante come l’Italia questo non è stato forse fatto a sufficienza visto che più dei dossier tecnici erano importanti i giochi geopolitici. Senza nulla togliere a fatto che questo sorteggio, come qualcuno ha detto, era un incrocio tra l’Eurofestival della canzone, il Palio di Siena, un Conclave pontificio e la riffa natalizia di un dopolavoro. Non proprio il massimo per l’Europa. Milano era arrivata in testa alla votazione finale. Aveva superato il secondo turno con 12 voti, davanti ai 9 di Amsterdam. Poi le cose sono andate diversamente, e non solo per colpa di due palline sfortunate.