Catalogna: scuole occupate e scure su Google

Catalogna: scuole occupate e scure su Google
Di Diego Giuliani
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Già più di 1300 gli edifici scolastici sequestrati dalle autorità. Pugno duro anche contro il voto su internet. Ordinato il ritiro di una app sul referendum

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A scuola con mamma e papà. Intere famiglie coinvolte dalle occupazioni


Gli sgomberi e la voce grossa delle autorità non scoraggiano in Catalogna le occupazioni delle scuole, che gli organizzatori del referendum vogliono destinare a seggi elettorali per la consultazione di questo 1° ottobre. La polizia rinuncia al momento alle maniere forti, ma lancia un ultimatum: domenica alle 6 del mattino, il termine ultimo per liberare i locali.
Testimonianze e foto che circolano su Twitter confermano occupazioni pacifiche, a cui partecipano anche molti genitori con i propri bambini. Oltre 2300 i seggi che gli organizzatori sostengono avranno a disposizione per la giornata del voto. Poco più di 200 nella sola città di Barcellona

La polizia catalana teme disordini e lancia un ultimatum: “Tutti fuori all’alba di domenica”


Nessuna tensione con le forze dell’ordine, conferma chi si offre alle telecamere: “Gli agenti sono venuti per la prima volta ieri e sono stati molto gentili – racconta una donna -. Abbiamo detto loro che dormivamo qui, che eravamo pacifici. Poi oggi sono tornati e si è ripetuta la stessa scena”. “La nostra strategia? – le fa eco un altro occupante -. Un sorriso e mobilitare il più gran numero possibile di persone. Più ce ne saranno, meglio sarà”.
“Perché non ci sarà alcun referendum – si legge sull’account Twitter del Ministero degli interni spagnolo -. Perché nessuno è al di sopra della legge. Perché l’unità della Spagna è indissolubile”

Pugno duro della Guardia Civil contro il voto telematico


Sulle 1.300 scuole che i Mossos de Esquadra, la polizia catalana, hanno posto sotto sequestro, le autorità hanno annunciato di averne trovate occupate appena più di 160. Alla Segreteria delle telecomunicazioni e della cybersicurezza della Generalitat è invece intervenuta la Guardia Civil, per impedire il voto telematico.

Scure anche su Google: ordinato il ritiro della app, consigliata dal Presidente della Generalitat

E sempre per ostacolare il referendum, che Madrid considera illegale, la giustizia catalana ha ordinato a Google di rimuovere un’applicazione per cellulari, utilizzata per diffondere informazioni sul voto.


Lo stesso presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, consigliava su Twitter l’applicazione di cui la giustizia ha ordinato il ritiro: “Vuoi sapere dove andare a votare? – scriveva -. Scarica l’applicazione # 1Oct (per Android) e aggiornala quotidianamente per ricevere le novità
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