Codice di condotta Ong: le pressioni di Bruxelles, le ragioni di MSF

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Bruxelles invita le ong a sottroscrivere il codice di condotta voluto dal governo italiano. Per Bruxelles le navi di chi non aderisce rischiano di non poter attraccare nei porti italiani.

“Chi ha firmato avrà la garanzia di accedere ai porti italiani – ha affermato Natasha Bertaud, portavoce della Commissione europea per Migrazione e Affari interni – chiaramente la conseguenza per chi non ha firmato è non poter
beneficiare di questa specifica garanzia da parte del governo italiano, ma ovviamente le leggi internazionali continuano ad applicarsi in tutte le circostanze”.

Fra le ong non firmatarie c‘è Medici Senza Frontiere, contraria in particolare a due disposizioni del codice. Abbiamo sentito Gabriele Eminente, direttore generale di MSF Italia.

“Il problema delle armi a bordo non è solo una questione di principio. È un rischio che intendiamo evitare in tutti i nostri progetti, in tutti i 70 Paesi nei quali operiamo. Avevamo chiesto l’eliminazione del divieto dei trasbordi, ma così come è formulato oggi intravediamo il rischio che si vada a indebolire il messanismo dei soccorsi. Aggiungendo un elemento di rigidità potenzialmente si limita tutto il dispositivo di ricerca e soccorso. Avevamo auspicato un richiamo ai principi umanitari, avevamo auspicato un richiamo al fatto che il codice dovesse avere la finalità ultima di potenziare le attività di ricerca e soccorso. Avremmo gradito anche veder riconosciuto il ruolo che hanno svolto le ong in questi anni. Il governo italiano si è reso conto che l’idea della chiusura dei porti non era praticabile in quanto pericolosa per le vite delle persone che salviamo. Non ho idea del tipo di conseguenza della mancata firma. Comunque le attività di ricerca e soccorso sono inquadrate in un ambito normativo molto preciso che include norme nazionali e internazionali. Norme che abbiamo rispettato dal primo giorno e che continueremo a rispettare in futuro”.

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