Incendi in Portogallo: una crisi europea

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Di Euronews
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L’estate, le temperature eccezionali, i forti venti, la fragilità delle aree forestali. Ma nemmeno tutti questi elementi assieme bastano a rispondere all’inquietante questione di come sia possibile la morte di decine di persone in un fenomeno che, sebbene la sua cadenza stagionale, è palesemente fuori controllo. E in Portogallo i primi a sollevare il problema sono gli addetti ai lavori.

Baltazar Lopes, Presidente della Direzione dei Vigili del Fuoco di Castanheira da Pêra: “Siamo rimasti abbandonati a noi stessi. Non avevamo a disposizione nemmeno un canadair. I cadaveri sono rimasti a terra troppo tempo prima che potessimo recuperarli tutti. Dopo una catastrofe del genere dobbiamo cambiare, dobbiamo ripensare completamente l’intero sistema della protezione civile” spiega ai microfoni di euronews.

La crisi nel centro del Portogallo viene seguita passo per passo dal centro di gestione di crisi della Commissione Europea. Martin Ruiz De Gordejuela, portavoce della Commissione Europea per la gestione delle crisi e degli aiuti umanitari: “Siamo coscienti che uno Stato membro non è in grado di affrontare da solo tutti i disastri naturali che sfortunatamente possono verificarsi. Durante l’estate sono gli incedi forestali, soprattutto nei Paesi del Sud d’Europa, da cui l’importanza dell’aiuto supplementare da parte degli Stati membri dell’Unione Europea. Dunque questi piani a medio termine comprendono un’analisi di tutte le possibili necessità” ha dichiarato ai microfoni di euronews.

La richiesta di aiuti da parte del Portogallo verso il Centro di Coordinamento di Pronto Intervento dell’Unione Europea è partita 14 ore dopo che si erano innescati i primi focolai a Pedrógão Grande. Uno dei problemi cruciali si sarebbe dunque verificato a livello dell’analisi delle capacità d’intervento basandosi sulle risorse nazionali rispetto alla gravità della situazione.

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