Venezuela in svendita

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Di Alberto De Filippis
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Per fare guerre e rivoluzioni ci vogliono tanti soldi. Questi sono necessari anche per mantenersi al potere. Per questo il presidente venezuelano Nicolas Maduro, alla disperata ricerca di liquidità, ha firmato un accordo con la banca d’affari Goldman Sachs. Qualche giorno fa quest’ultima ha acquisito obbligazioni a scadenza 2022, emesse dalla PDVSA, la compagnia petrolifera statale, pagandole davvero un piatto di lenticchie, appena 30 centesimi per dollaro. Questo offrirà al chavismo 860 milioni di euro. Ma non è finita qui. La banca d’affari avrebbe aperto linee di credito per quasi tre miliardi di euro in obbligazioni statali. La garanzia però non si sa bene quale sia visto che il Venezuela è in ginocchio e ha una delle inflazioni più alte del mondo.

Maduro ha bisogno di questo denaro per pagare gli stipendi soprattutto dei militari che per ora sono rimasti alla finestra e non hanno preso posizione. È stata la Guardia nazionale bolivariana a permettere finora ai chavisti di restare al potere

Julio Borges, il presidente del parlamento, ha scritto una lettera a Lloyd Blankfein, presidente del colosso bancario. Borges ha affermato che questa operazione non è stata autorizzata dal parlamento e che i crediti generati non verranno saldati a scadenza raggiunta.

La banca non ha risposto. Gli analisti ritengono però che questa operazione non porterà a nulla visto che non non si tratta di una riforma strutturale, ma di un semplice palliativo per fidare un po’ di fiato a un regime anche economicamente in ginocchio.

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