Manchester: nuovi arresti nell'inchiesta sull'attentato kamikaze

Salman Abedi era la punta dell’iceberg. Continua nel Regno Unito l’ondata d’arresti nel quadro dell’inchiesta sull’attentato alla Manchester Arena che ha fatto 22 morti e decine di feriti. Ad oggi 13 sospetti sono in stato di arresto.
Gli inquirenti scavano nella vita e nell’entourage di Salman Abedi, il ventenne che si è fatto saltare in aria lunedì scorso alla fine di un concerto pop tra un pubblico composto in gran parte da giovanissimi. Abedi era cittadino britannico, i genitori erano libici. Il padre e uno dei fratelli erano già stati arrestati in Libia, dove si erano tornati a trasferire da alcuni anni. Nel Regno Unito un nuovo arresto è avvenuto nella zona di Old Trafford, a Manchester, con un 25enne finito in manette oltre ad una nuova perquisizione in un appartamento di Moss Side. Manchester tenta di ritrovare la normalità: un primo passo è stata la semimaratona di domenica. Ma i sopravvissuti restano fermi al momento dell’esplosione:
“C‘è stato un enorme boom” racconta una sopravvissuta “un rumore orrendo che mi ha rintronato le orecchie, poi è scattata un’allarme e c’era fumo dappertutto. Quando c‘è stata l’esplosione ho visto come un lampo, un grande flash di luce bianca e poi frammenti che volavano via in tutte le direzioni” ha raccontato.
Mentre la città di Manchester celebra la memoria delle vittime dell’attentato kamikaze, i servizi interni britannici dell’MI5 hanno aperto due inchieste per comprendere come le ripetute segnalazioni sulla potenziale pericolosità di Abedi siano state ignorate dalle autorità.