Gli Stati Uniti chiedono a Mosca di rivedere l'alleanza con Assad. La Russia replica 'fake stories' e blocca l'indagine Onu
Un padre di 29 anni si dispera sulla tomba delle sue due figlie, gemelle. Sono tra le 86 vittime dell’attacco chimico di martedì a Idlib, Siria. Le ha sepolte con le sue mani e nell’attacco ha perso anche la moglie, due fratelli e tre nipoti.
Mentre a Idlib si piangono i morti, le potenze internazionali indagano. E accusano: “Non ci sono dubbi che c‘è il regime siriano di Bashar al Assad dietro questo orrendo attacco. Ed è ora che i russi ripensino attentamente il loro supporto continuato al regime di Assad”- ha detto il segretario di stato americano, Rex Tillerson.
Ha puntato il dito contro la Russia, dicendo che come l’Iran non è interessata alla pace in Siria, anche l’ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley. Ha aggiunto: “Se non interviene l’Onu potremmo farlo noi” .
— Nikki Haley (@nikkihaley) 5 aprile 2017
Con Mosca, è guerra fredda: “Purtroppo senza nessun tentativo di capire cosa è successo, basandosi solamente su false notizie, e storie inventate, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Francia hanno di nuovo imposto – non possiamo dire proposto – una bozza di risoluzione che ha un carattere totalmente anti-siriano” – ha detto Maria Zakharova, portavoce del ministro degli esteri russo.
Nella bozza respinta dai russi si chiedeva ad Assad di cooperare all’inchiesta sull’attacco chimico, fornendo pieno accesso alle basi militari e a tutti i registri militari per sapere chi fosse in carico di fare cosa.