Alle soglie del suo 36esimo compleanno, è stato definito l’ultimo immortale.
Alle soglie del suo 36esimo compleanno, è stato definito l’ultimo immortale.
Roger Federer da Basilea conquista, ancora una volta, le prime pagine di siti e quotidiani di tutto il mondo.
Un fuoriclasse senza tempo, l’elvetico, forte dei suoi lampi di genio che fanno impallidire anche e soprattutto chi, per mere questioni anagrafiche, corre in lungo e in largo quanto e più di lui.
“In difesa, posso essere un po’ più lento rispetto a prima, a causa dell’usura e dell’età; d’altra parte, per quanto riguarda il mio gioco offensivo, ritengo sia diventato migliore, più veloce e più intelligente: penso che il Federer di oggi avrebbe una possibilità contro il vecchio Federer”.
Era il 2006, undici anni orsono, quando l’elvetico chiuse il primo trimestre dell’anno solare con una tripletta.
A Miami, il 6-4, 6-3 conseguito in poco più di un’ora e mezza di gioco gli consente di riposizionare in bacheca il terzo trofeo in altrettanti mesi.