Parigi, Carlos di nuovo davanti alla giustizia: rischia il terzo ergastolo

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Il terrorista più temuto degli anni Settanta, il venezuelano Carlos, compare a Parigi davanti alla corte d’assise.

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Il terrorista più temuto degli anni Settanta, il venezuelano Carlos, compare a Parigi davanti alla corte d’assise. Ilich Ramirez Sanchez, questo il suo vero nome, 67 anni, è accusato di omicidio plurimo a scopi terroristici per l’attentato che provocò due morti e decine di feriti nel 1974 a Parigi.

Carlos rischia il terzo ergastolo ma per il suo avvocato, che anche la sua compagna, il processo è politico. “Facciamo della paleontologia per alimentare il museo della storia politica della giustizia francese. Questo processo non ha alcun senso, è prescritto, ci sono due sentenze di non luogo a procedere, è chiuso”, dice Isabelle Coutant-Peyre.

Il processo era atteso dai familiari delle vittime che vogliono giustizia sulla bomba a mano lanciata il 15 settembre del 1974 nel Drugstore all’angolo fra Boulevard Saint-Germain e la rue de Rennes. “È stato grazie ad altre indagini che abbiamo trovato degli elementi di prova che riguardano il Drugstore, questa è la prima cosa. La seconda cosa è che il non luogo non è mai definitivo”, spiega uno dei legali che rappresentano le famiglie delle vittime, Georges Holleaux.

Conosciuto anche come lo “sciacallo”, Carlos fu arrestato in Sudan nel 1994 e fu consegnato alle autorità francesi. Famoso per l’assalto al quartier generale dell’Opec nel 1975, ora è in prigione di massima sicurezza dove sconta una condanna a due ergastoli per una serie di attentati condotti in Francia nel 1975, 1982 e 1983.

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