La visita di Putin in Ungheria: il cavllo di Troia in seno all'Unione europea

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Il forte vento dell’est che soffia su Budapest.

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Il forte vento dell’est che soffia su Budapest.
Così viene percepita da molti ungheresi e dall’Unione europea la visita di Vladimir Putin in Ungheria. Il leader del Cremlino e Viktor Orbán sembrano corteggiarsi. Il premier ungherse negli ultimi tempi guarda al presidente russo come a un modello.

“Viktor Orban ha iniziato la sua carriera schierandosi contro le truppe dell’Armata rossa sovietica. Ora il governo guidato dalla stessa persona scopre una statua dedicata alle stesse truppe”.

Orban in effetti si fa conoscere ed eleggere con lo slogan ‘fuori i russi’ all’epoca in cui chi negoziava con Mosca era considerato come un traditore. Oggi invece il nuovo nemico sembra essere l’Occidente.

“Dobbiamo salvare Bruxelles dalla sovietizzazione – ha detto il premier durante una commemorazione – dalle persone che vogliono dirci come dovremmo vivere a casa nostra”.

Una dichiarazione che non piace a parte della popolazione. L’Europa, dal canto suo, non ha dato all’Ungheria quello che Orban chiedeva: una certa tolleranza riguardo al deficit pubblico. Lui allora
ha preferito rivolgersi verso l’uomo forte di Mosca, con il quale condivide un’ideologia ultranazionalista. In cambio di un importante contratto con Rosatom, Putin ha promesso all’Ungheria aiuti finanziari.

La Russia presterà più di dieci miliardi di euro a Budapest, per finanziare l’80% dei due nuovi reattori della centrale nucleare di Paks, che da sola fornisce al Paese il 40% dell’elettricità.

L’accordo data gennaio 2014 e da allora ha sollevato non poche perplessità all’interno dell’Unione europea. Perché fare affari con Vladimir Putin significa anche consentire alla Russia di estendere la propria sfera d’influenza. Ad oggi l’Ungheria è l’alleato numero uno di Mosca in Europa.

“La posizione dell’Ungheria sulle sanzioni – sostiene il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó – è che sono inutili, è stato provato che sono infruttuose e stiamo facendo lobby per abrogarle sia nell’interesse della Russia che dell’Ungheria”.

Come Trump ha detto più volte ‘ogni nazione ha il diritto di mettere i propri interessi in prima linea’. Orban ne condivide il pensiero e spera che l’elezione del repubblicano alla Casa Bianca e le relazioni con Mosca portino alla nascita di un nuovo ordine che lo liberi dalla tutela di Bruxelles.

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