Cop 22: unità e determinazione nella lotta al riscaldamento globale

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Di Euronews
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Segnali positivi da Marrakech, ma c'è ancora del lavoro da fare

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Sulla carta l’ordine del giorno della Cop 22 era chiaro: implementare l’accordo di Parigi per limitare l’aumento delle temperature a un grado e mezzo. Ma nei fatti si trattava di concordare sulle procedure. E il diavolo sta nei dettagli, con il rischio di veder riemergere gli interessi nazionali.

La vittoria di Donald Trump alle presidenziali degli Stati Uniti ha gettato un’ombra sui negoziati di Marrakech. In campagna Trump si è più volte opposto all’accordo di Parigi per la lotta al riscaldamento globale. Ma la comunità internazionale si è scoperta unita, sottolinea l’eurodeputato verde Bas Eickhout: “Vediamo grande determinazione a mandare un messaggio chiaro agli Stati Uniti, che è: se uscite dall’accordo fate un errore perché il mondo sta andando in una certa direzione. Certo che potete dire: noi andiamo in un’altra direzione. Ma è un po’ sciocco, e non è dove ci sono i posti di lavoro. Se volete posti di lavoro, dovete seguire il resto del mondo. È un messaggio che esce forte e chiaro da Marrakech”.

Le ong temevano un calo d’interesse e di motivazione dopo la ratifica dell’accordo di Parigi in meno di un anno. In molti dubitavano dell’utilità e dei contenuti di questi incontri a Marrakech. Ma la Cop ventidue ha permesso di rispondere ad alcuni interrogativi, dice Pierre Cannet, responsabile della sezione Clima e Energia di Wwf Francia: “È stata importante su due fronti dell’irreversibilità. Irreversibile innanzi tutto sul versante politico, nell’essere riusciti a trovare qui delle modalità di funzionamento per quest’accordo. E poi nel fissare per il 2018 un appuntamento mondiale che consentirà di fare il punto insieme e andare verso un’accelerazione dell’azione. E poi possiamo parlare di irreversibilità nell’insieme dei messaggi politici che sono stati espressi qui dai capi di Stati e di governo per dire che questi paesi erano pronti a mantenere i loro impegni”.

La Cop 22 è stata caratterizzata da una forte presenza del settore industriale, il cui coinvolgimento è considerato fondamentale per poter raggiungere gli obiettivi della lotta ai cambiamenti climatici. Ma, lamenta Ulriikka Aarnio di Climate Action Network Europe, “L’economia reale si muove più velocemente dei governi in questo momento. Quindi possiamo supporre, possiamo sperare che saranno fatte molte grandi conquiste cui potremo attingere e ci sarà grande eccitazione in tutto il mondo per arrivare a un’economia a basse emissioni di carbonio. Quindi stiamo sì procedendo verso gli stessi obiettivi, ma il problema è che i governi devono darsi una mossa, perché la transizione necessaria è enorme”.

Segnali positivi da Marrakech, dunque. Ma c‘è ancora del lavoro da fare. Le ong ricordano che gli impegni presi non basteranno a mantenere il riscaldamento globale sotto i due gradi.

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