Bosnia-Erzegovina: domenica il controverso referendum nella Repubblica serba

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Un referendum contestato dai bosniaci e dalla comunità internazionale si terrà lo stesso, domenica, nella Repubblica serba di Bosnia-Erzegovina.

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Un referendum contestato dai bosniaci e dalla comunità internazionale si terrà lo stesso, domenica, nella Repubblica serba di Bosnia-Erzegovina.

Secondo i bosniaci la consultazione sulla data della festa nazionale prelude a un futuro referendum sulla secessione della Republika Srpska dalla Bosnia-Erzegovina. Il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, nega: “Non lo si può considerare un referendum sulla secessione. Non è così. Non è neppure l’inizio del processo. Il referendum come strumento decisionale è problematico in questa regione. Altrove, per esempio nel Regno Unito, è del tutto normale. C‘è una specie di isteria”.

L’Unione Europea e gli Stati Uniti temono che il referendum destabilizzi di nuovo la regione. La Russia sostiene Dodik che giovedì a Mosca ha incontrato Putin.

La Serbia ha assunto un atteggiamento neutrale, il presidente Aleksandar Vucic ha affermato di non sostenere il referendum, ma le dichiarazioni restano ambigue.

“La Serbia è e sarà sempre accanto alla Republika Srpska”, ha affermato Vucic. “È nostro dovere. È nostro diritto. Ne siamo fieri”.

Dodik ignora il divieto di tenere il referendum stabilito dalla Corte Costituzionale di Bosnia la settimana scorsa. L’Alta Corte sostiene che celebrare la festa nazionale il 9 gennaio discrimini i cittadini non serbi della Republika Srpska.

“Alcuni nella Republika Srpska vogliono più di quanto hanno”, afferma Bakir Izetbegovic, presidente di turno della Bosnia-Erzegovina. “Devono rispettare la costituzione e le leggi del Paese. Se chiedono di più, le cose rischiano di sfuggire di mano”.

La data del 9 gennaio corrisponde a un festa ortodossa, ma anche al giorno della proclamazione nel 1992, poco prima della guerra, di una repubblica del popolo serbo.

La questione potrebbe rallentare il cammino della Bosnia-Erzegovina verso l’Unione Europea che questa settimana ha dato il via alla procedura di adesione.

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