Karl Lagerfeld: "Le mie icone sono persone che nessuno conosce"

Karl Lagerfeld: "Le mie icone sono persone che nessuno conosce"
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Il suo soprannome è il Kaiser, imperatore in tedesco - poiché segna il destino artistico delle più importanti case di moda al mondo: Fendi, Chanel e quella che porta il suo nome. Regna sul mondo della

Il suo soprannome è il Kaiser, imperatore in tedesco – poiché segna il destino artistico delle più importanti case di moda al mondo: Fendi, Chanel e quella che porta il suo nome. Regna sul mondo della moda. A Roma per i 90 anni di Fendi abbiamo incontrato Karl Lagerfeld.

Isabel Kumar, euronews:
“Siamo qui a Roma, dove si celebrano i 90 anni di Fendi, un marchio associato al lusso, ma cosa è il lusso per lei?”

Karl Lagerfeld, stilista:
“Fendi è un bell’esempio di quello che il lusso deve essere e può essere. Quindi, sa, di lusso ce n‘è di tutti i tipi. Il lusso è anche avere del tempo per se stessi, senza essere obbligati a vivere sempre sotto pressione. Perché oggi ci sono i poveri che non hanno niente da fare e altri che sono troppo sotto pressione. Quindi anche questo è lusso. Il lusso è poi una questione di qualità. È anche un modo di essere. Non è solo necessario che le cose siano care, è necessario anche che siano ben fatte, per giustificare il loro prezzo devono essere impeccabili”.

euronews:
“Ma il lusso per lei è anche un lavoro, sembra che non si fermi mai, qual‘è il segreto della sua energia?”

Karl Lagerfeld:
“Non c‘è un segreto. Non dimentichiamo che quando lavoro per Fendi e per Chanel, lo faccio in condizioni eccezionali. Ho i migliori collaboratori, nelle migliori condizioni. Non ho tra i piedi quelli del marketing. Posso fare quello che voglio dove voglio. È già il meglio. Perché nelle altre case di moda, c‘è il design, il marketing, come ho detto, io no e se ci fossero me ne andrei subito”.

euronews:
“Ci sarà una sfilata per festeggiare i 90 anni”.

Karl Lagerfeld:
“Non i miei!!”

euronews:
“No, non ancora fortunatamente, ma sono quelli di Fendi e si festeggiano alla fontana di Trevi, la passerella è ispirata a Roma, alla fiaba”.

Karl Lagerfeld:
“Non solo a Roma. Il tema della collezione è leggenda e fiaba”.

euronews:
“E come si traduce questo nei suoi abiti nelle sue creazioni?”

Karl Lagerfeld:
“Quello che ho fatto è molto poetico, vedrete, è molto poetico, è come una fiaba, mi sono ispirato a qualcosa di dimenticato. All’inizio del secolo scorso c’era un danese che si chiamava Kay Nielsen, che fu un grande illustratore, molto poetico, molto strano, molto nordico, nulla di art neuveaux o art deco e che ho riscoperto per caso, perché completamente dimenticato … a lui mi sono ispirato per riproporre certi tratti. Certo abbiamo chiesto il permesso alla fondazione o all’editore perché non c‘è più alcuna traccia di lui, ma è molto bello … tutto questo si è trasformato in moda italiana”.

Biography: Karl Lagerfeld

  • La data di nascita di Karl Lagerfeld è avvolta nel mistero si pensa sia nel 1935
  • Lagerfeld crea per Fendi dal 1965 e Chanel dal 1983
  • In gioventù Lagerfeld voleva diventare un illustratore
  • Adora il suo gatto ‘Choupette’ che considera la sua musa

euronews:
“Fendi è conosciuta per la sua capacità di utilizzare il lavoro manuale, come integrarlo con le innovazioni tecnologiche?

Karl Lagerfeld:
“Ma l’uno non esclude l’altro. Di certo non in questo genere di cose. Se resti legato ad una formula, sei finito in poco tempo. Bisogna avere gli occhi aperti. Puoi fare le cose migliori ma devono sempre essere al passo con il progresso dal punto di vista tecnico, sennò non hanno alcun interesse”.

euronews:
“E Roma è una città importante per lei …”

Karl Lagerfeld:
“È la città che conosco meglio dopo Parigi. Nella mia vita sono stato a Roma più di 800 volte … ci ho anche abitato. È un luogo in cui io mi sento … non mi piace l’espressione “a casa”, perché mi sento a casa dappertutto, non è proprio lo stesso, ma è un luogo che mi è molto familiare”.

euronews:
“Qual‘è stato il primo incontro con questa città?”

Karl Lagerfeld:
“Ero un bambino, con i miei genitori, era la preistoria”.

euronews:
“Ha dei ricordi che le sono rimasti impressi?”

Karl Lagerfeld:
“Sì, avevo l’influenza”.

euronews:
“Lei non è certo solo legato a Fendi, lei lavora anche per Chanel, per la linea che porta il suo nome, bisogna avere una tripla personalità per farlo?”

Karl Lagerfeld:
“Non ce n‘è una, ce ne sono 3”.

euronews:
“Ce ne sono 3?”

Karl Lagerfeld
“Si è così, spero. Perché Fendi è la mia versione italiana, Chanel è la mia versione francese e il resto sono io”.

euronews:
“E l’ho vista disegnare ognuna con una precisione che fa restare senza fiato”.

Karl Lagerfeld:
“Volevo fare l’illustratore all’inizio e questo mi ha molto aiutato, perché oggi con il computer i direttori artistici guardano quello che gli altri fanno. Io invece faccio tutto da solo. Faccio dei disegni molto precisi, quasi in 3D. Per i miei collaboratori, non hanno quasi bisogno di fare delle domande. Quando assisto alle prime prove dei tessuti e dei modelli, assomigliano perfettamente al mio disegno. Se non va bene, sono io ad avere sbagliato non loro”.

euronews:
“Interessante. Pensavo che queste persone che traducono in abiti le sue immagini fossero come perle rare in grado di …”

Karl Lagerfeld:
“No, lo faccio io con appunti e disegni in 3D. Per questo ci vuole molto tempo ma adoro farlo. All’inizio volevo essere un caricaturista e un ritrattista”.

euronews:
“Abbiamo chiesto al nostro pubblico di inviarci le loro domande in vista di questa intervista. Visto che lei è un’icona, Christos Senekous chiede qual‘è la sua icona?”

Karl Lagerfeld:
“Per me sono icone persone che nessuno conosce più forse: come Harry Kessler che ha fondato il Bauhaus e la fondazione Nietzsche a Weimar o Walter Rathenau, la prima vittima dei nazisti in Germania. Ma non penso alle persone in termini d’icone. Le mie icone sono sconosciute al grande pubblico”.

euronews:
“E avere una musa è importante per lei?”

Karl Lagerfeld;
“Si la mia musa è “Choupette”!”

euronews:
“Choupette il suo gatto!”

Karl Lagerfeld:
“Sì, sì, sì”.

euronews:
“In cosa la inspira?”

Karl Lagerfeld:
“Fortunatamente non è analizzabile. La sua semplice presenza. Mi calma. Tra l’altro è una cura ormai riconosciuta. Le persone che hanno un gatto hanno molti meno problemi di salute di quelli che non ce l’anno. Sembra sia una terapia incredibile. Ho letto un articolo molto serio con basi scientifiche sull’argomento”.

euronews:
“È vero che gli animali ci calmano, ma …”

Karl Lagerfeld:
“Ho bisogno di essere calmato. Sono un pò isterico, ma questo è di recente. La gatta ha 5 anni. Nella mia vita non avrei mai pensato di innamorarmi di un gatto, ma lei è eccezionale ed é ormai celebre nel mondo intero”.

euronews:
“Quali sono le sue qualità eccezionali?”

Karl Lagerfeld:
“La presenza, la bellezza perché guardarla è una gioia. Fa divertire con quegli occhi grandi. Il suo pelo è impeccabile perché ci sono tante persone che si occupano di lei, non è mai sola. Anche qui all’hotel, lei è in camera con la domestica.

euronews:
“Viaggia con lei?”.

Karl Lagerfeld:
“Non in tutti i viaggi. In certi Paesi viaggiare con gli animali è problematico. Ma sono anche i Paesi che evito. Ad esempio non vado in Inghilterra. Adesso con la Brexit il problema non esiste più”.

euronews:
“Le faccio una domanda sulla Brexit, perché ci preoccupiamo per l’Europa. Secondo alcuni la Brexit rappresenta il primo passo della disintegrazione dell’Europa. Cosa ne pensa?”

Karl Lagerfeld:
“Ciò che mi ha scioccato è che coloro che hanno provocato l’uscita poi si sono ritirati una volta fatto il distastro. E quell’orribile personaggio, il sindaco di Londra …”

euronews:
“…Boris Johnson”

Karl Lagerfeld:
“E poi l’altro pretenzioso, molto molto populista”

euronews:
“Nigel Farage”

Karl Lagerfeld:
“Per me Cameron è colui che ha scavato la fossa all’Europa. Avevano dei vantaggi che gli altri non avevano. Ma coloro che hanno votato non sono quelli che decideranno il futuro. Merkel ha fatto una cosa molto intelligente, ogni britannico di meno di 40 anni che va in Francia avrà subito la nazionalità tedesca così potrà lavorare. Li priveranno delle elites. Ecco cosa succede quando si fanno delle stupidaggini”.

euronews:
“E cosa ne pensa della situazione in Europa. Perché assistiamo ad una crescita del nazionalismo. La preoccupa?”

Karl Lagerfeld:
“Mi preoccupa, Non pensavo potesse succedere. L’Austria … non è divertente, nemmeno in Polonia e anche in Francia c‘è un certo movimento”.

euronews:
“Quali sono le ripercussioni per esempio nella moda”.

Karl Lagerfeld:
“La moda esisterà sempre. Ci saranno più di negozi H&M e meno lusso, ma la moda esisterà sempre”.

euronews:
“Esiste una eleganza europea secondo lei?”

Karl Lagerfeld:
“Sì, perché c‘è un’eleganza del Medio Oriente. Il burca può anche essere molto elegante ma non è per noi”.

euronews:
“Che cos‘è l’eleganza europea? Lei è un cittadino d’Europa”.

Karl Lagerfeld:
“È difficile dirlo a parole. È un fascino cosmopolita, non regionale. Un modo di essere, una leggerezza, Bisogna fare attenzione che non sparisca. Perché il populismo non incoraggia queste cose”.

euronews:
“Un’altra domanda che viene da un internauta, è un tedesco che le chiede: “Quale consigli darebbe ai giovani creatori che vogliono percorrere le sue orme”.

Karl Lagerfeld:
“Bisogna corrano”

euronews:
“Pensa avranno le stesse opportunità che ha avuto lei?”

Karl Lagerfeld:
“No, no. Vengo da un’altra epoca. E da quando faccio questo mestiere non mi sono mai voltato indietro. Ha accumulato delle conoscenze. Onestamente non voglio scoraggiarli, ma meglio prendano un altro esempio”.

euronews:
“Avrebbe dei consigli da dare?”

Karl Lagerfeld:
“Non dò dei consigli. Lo faccio in maniera individuale ma non generale. Perché tutto dipende dal talento, dalla voglia, dalle circostanze. Come si possono esprimere, come trovare la via giusta. Non è così facile. Sennò tutti ce la farebbero. Non ci sono ricette”.

euronews:
“Lei mi ha detto che guarda sempre avanti …”

Karl Lagerfeld:
“… Avanti sei mesi, perché la moda è questo. L’avanguardia che porteremo tra 20 anni. Ricordate l’avanguardia degli anni 60. Nessuno si veste così oggi. È stato un inizio”.

euronews:
Potrebbe rispondere a questa domanda che ci arriva da Nam Kin: “L’industria della moda cosa sarà tra 50 anni?”

Karl Lagerfeld:
“Non ho la sfera di cristallo non lo so”.

euronews:
“Lei ha i piedi per terra e allo stesso tempo in un mondo di eccentricità. Come fa”

Karl Lagerfeld:
“Non lo so sono pragmatico, lucido e soprattutto non parlo di me”.

euronews:
“I creatori si lamentano del fatto che il mondo della moda vada troppo veloce”.

Karl Lagerfeld:
“Quindi non devono firmare contratti con grandi società che abbiano bisogno per i loro affari di un certo ritmo. Se vogliono il compenso poi devono sapere che il lavoro è duro. Perché se ne rendono conto solo dopo. Alcuni me ne vogliono perché ho iniziato collezioni che non esistevano prima. In più, per Chanel, ci sono le precollezioni e tutto … so di essere vagamente responsabile di un ritmo infernale, ma ho squadre adatte a sostenerlo e clienti che hanno bisogno di questo. Se siete sviluppati a tal punto e fate lavorare così tante persone, dovete esserci in prima persona. Non credo alla storia“vado al mare in cerca di ispirazione”. In francese si dice “l’appetito viene mangiando” e quindi l’ispirazione viene lavorando.

euronews:
“Nel suo caso nel sonno”

Karl Lagerfeld:
“Ho come dei flash, d’un tratto vedo qualcosa. Anche nella vita, magari nella vasca da bagno, è strano. Non so da dove provenga. Prova che sono completamente intriso del mio mestiere. Sono felicissimo”.

euronews:
“Le è sempre successo di avere dei flash?”

Karl Lagerfeld:
“No penso si sia aggravato con il tempo, quindi penso di fare dei progressi”.

euronews:
Umano chiede: “Quali sono stati i momenti più difficili della sua carriera?”

Karl Lagerfeld:
“Ce ne sono stati così tanti che non mi ricordo. Poi è andato tutto bene quindi non ho il ricordo di qualcosa di davvero difficile. Il mio passato privato e professionale è tutto unito quindi non mi ricordo”.

euronews:
“Sente di dover trasmettere le sue conoscenze?”

Karl Lagerfeld:
“No, no, non si può. Ho degli assistenti, degli stagisti … ma entro un certo limite. È necessario che le persone contino su sé stesse. Io l’ho sempre fatto. Anche quando ero giovane ed era un inconveniente, perché quando non si ha esperienza, non si è capaci. Oggi invece con la scusa di essere giovani si è subito capaci. E se invece si è meno giovani non si interessa più a nessuno. E molti di coloro che hanno fatto passare per giovani designer hanno 45 anni. Allora aiuto!”

euronews:
“Che tocco ha dato a Fendi?”

Karl Lagerfeld:
“Soprattutto all’inizio, con le pellicce. Prima era qualcosa di borghese, pesante. E poi le sorelle Fendi allora e ancor più adesso temono di utilizzare le pellicce perché sono care. No, oggi per fare qualcosa di nuovo è necessario osare”.

euronews:
“Non ha paura delle sfide, ma ce n‘è una in particolare che le sta a cuore?”

Karl Lagerfeld:
“Non la vedo come una sfida, credo sia un atteggiamento logico perché fa parte del mio mestiere. Non ci sono sfide, io non devo rendere conto a nessuno e di questo me ne infischio”.

euronews:
“C‘è qualche cosa che si rifiuterebbe di fare visto che è attivo su così tanti fronti?”

Karl Lagerfeld:
“Io non rifiuto nulla, soprattutto se è qualcosa che non è stata ancora fatta ed è una sfida interessante. Ovviamente se mi propongono delle sciocchezze io mi rifiuto, ma non me le propongono. Viste che le persone con cui lavoro, non c‘è questo rischio. Né qui, né a Parigi”.

euronews:
“Lei non è solo uno stilista, è anche un talentuoso fotografo”.

Karl Lagerfeld:
“A quanto pare”

“È la continuità, perché se fossi solo nella moda perderei il contatto con il mondo esterno. Facendo foto per i giornali e pubblicità, esiste una continuità con la moda, con le ragazze del momento. E questo è molto importante, perché l’isolamento è la morte. Quando le persone di mettono in una torre d’avorio sono finite, Non siamo più nell’epoca in cui si facevano abiti di tafta ascoltando verdi. Questo è finito”.

euronews:
“Lei è conosciuto per il suo “Karlisma”. Vorrei citare un esempio: “So quanto noioso, impossibile e duro sia accontentarmi. Non raccomanderei me stesso come ospite a nessuno”. Comunque lei mi sembra molto affascinante. Come è possibile?”

Karl Lagerfeld:
“Non lo so. Tra l’altro, non sono sicuro di averlo detto. Lei ha dei Karlismi prodotti da altri Karl”.

euronews:
“Lei crea, crea, crea ma lei ha uno stile quasi immutabile. Perché?”

Karl Lagerfeld:
“Non è poi così immutabile, è impeccabile, perché non sopporto il lasciarsi andare. E questo resta nella testa delle persone. Io del resto non sto mai in strada, non ci vado mai”.

euronews:
“Lei non esce più in strada?”

Karl Lagerfeld:
“No, vado dalla porta di casa alla macchina e dalla macchina alla porta. Non vado nei luoghi pubblici. È un incubo con i selfies e tutto. Adoro tutti questi progressi, Non ricordo neanche come fosse la vita prima degli Iphone ma personalmente non ho voglia di essere immortalato con degli sconosciuti in una foto”.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Viaggio a Ventimiglia, la frontiera blindata per i migranti al confine tra Italia e Francia

Bambini in povertà nei 40 Paesi più ricchi al mondo: uno su cinque in gravi condizioni

Incontro "costruttivo" Piantedosi-Darmanin. Bacchettate dal commissario Onu per i rifugiati