Il comune di Molenbeek è di nuovo al centro dell’attenzione. A parte qualche reazione scomposta contro i media e la polizia, gli abitanti sono
Il comune di Molenbeek è di nuovo al centro dell’attenzione. A parte qualche reazione scomposta contro i media e la polizia, gli abitanti sono soprattutto sconcertati. Come Bert, che vive da 5 anni in Rue des Quatre Vents.
“Certamente è sempre uno shock quando succede qualcosa così vicino a casa” ammette Bert. “Sapevamo che nella zona c’erano persone con simpatie per questi gruppi. Ma non ci saremmo aspettati che fossero così vicini. Certo, c’era già stato un blitz a novembre nella via dietro alla nostra, ma siamo comunque sorpresi.”
Maria, che lavora in una scuola di Molenbeek, dove ha vissuto e dove continuano ad abitare i suoi genitori, esclama: “Non è corretto il modo in cui è stata descritta Molenbeek ultimamente, come una città di estremisti. O forse sì, purtroppo per noi. Ma non bisogna coglierne solo il lato negativo. Molenbeek è un comune in cui ci sono molte cose, è multiculturale, bisogna venire a visitarlo e a incontrare la gente. Molenbeek non è un ghetto.”
Mentre si interrogano su quel vicino di casa che ha beffato la polizia per 4 mesi, gli abitanti della via tornano alle loro attività.
Grégoire Lory, corrispondente di euronews a Bruxelles, riferisce: “Le misure di sicurezza sono state alleggerite ora nell’area in cui è stato arrestato Salah Abdeslam. Non ci sono più i sigilli della polizia, auto delle forze dell’ordine circolano di tanto in tanto. Si cerca di tornare alla quotidianità qui in Rue des Quatre-Vents. Gli abitanti di Molenbeek passano davanti all’appartamento in cui è avvenuta la perquisizione senza girarsi a guardare. Cercano soprattutto di voltare pagina.”