Protestano a Karachi gli studenti e le associazioni per i diritti civili, dopo il massacro nell’Università di Charsadda, a una trentina di km da
Protestano a Karachi gli studenti e le associazioni per i diritti civili, dopo il massacro nell’Università di Charsadda, a una trentina di km da Peshawar. Due manifestazioni separate: gli studenti contro il terrorismo, le associazioni contro il governo accusato di non garantire la sicurezza.
Per questa ragazza, le autorità hanno delle spiegazioni da dare:
“Chiediamo, quando le forze di sicurezza hanno saputo, perché non hanno potuto garantire la sicurezza? E per quanto ancora in Pakistan dobbiamo fare da bersaglio ai Taleban?”
Una trentina di persone, in gran parte studenti, sono state uccise da un commando che ha scavalcato il muro di cinta e poi lanciato bombe a mano e sparato all’impazzata.
Una cinquantina i feriti.
Le forze speciali sono giunte da Peshawar e hanno ingaggiato uno scontro a fuoco durato tre ore, sono riuscite poi ad assistere la fuga di decine di studenti ed eliminare il gruppo di quattro militanti armati di kalashnikov. L’attacco è stato rivendicato da un leader dell’ala dura del TTP, o Tehrek e-Taleban, ma il portavoce ufficiale del movimento ha invece condannato la strage, definendola “anti-islamica” ed assicurando che gli ideatori saranno puniti in base alla “Sharia”.