Rompere le relazioni diplomatiche non può far dimenticare le esecuzioni capitali. È la risposta dell’Iran alla decisione dell’Arabia Saudita che ieri
Rompere le relazioni diplomatiche non può far dimenticare le esecuzioni capitali. È la risposta dell’Iran alla decisione dell’Arabia Saudita che ieri sera, con un brusco intensificarsi della tensione tra i due Paesi, ha sospeso i rapporti diplomatici con Teheran.
Nella capitale della Repubblica Islamica l’ambasciata saudita è stata presa d’assalto. Lo scontro tra la monarchia wahhabita e l’Iran sciita si è avvitato dopo la condanna a morte di 47 persone da parte di Riyad.
“Non permetteremo all’Iran di minare la nostra sicurezza, su questo siamo determinati. Siamo determinati nell’impedire all’Iran di organizzare, creare o installare cellule terroristiche nel nostro Paese o nei Paesi nostri alleati” ha detto il Ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir.
L’Arabia Saudita – il consolato di Mashhad, in Iran, era stato a sua volta preso d’assalto dai manifestanti – ha condannato a morte 47 persone l’accusa di terrorismo.
Tra queste l’imam sciita Nimr Baqer Al-Nimr, figura di spicco della contestazione contro il regime saudita, punto di riferimento della minoranza sciita nell’Est del Paese e protagonista dell’ondata di proteste del 2011.
Gli Stati Uniti hanno invitato i dirigenti dei due Paesi a prendere le misure necessarie ad abbassare la tensione.