Sta scatenando una ridda di reazioni, forse addirittura inattese per la loro virulenza, l’esecuzione dello sceicco al Nimr ad opera dell’Arabia
Sta scatenando una ridda di reazioni, forse addirittura inattese per la loro virulenza, l’esecuzione dello sceicco al Nimr ad opera dell’Arabia Saudita.
Riad ha giustiziato il notissimo clerico sciita assieme ad altre 46 persone con l’accusa di terrorismo. Malgrado la nazionalità saudita però, al Nimr era noto nel mondo sciita. Da Teheran a Damasco, fino a Baghdad più voci si sono levate contro la casa regnante. Lo sceicco era considerato filo iraniano, accusato dal regime di separatismo, non aveva mai istigato alla violenza. In Iran sono state assaltate le sedi diplomatiche saudite e perfino le cancellerie europee hanno deplorato la decisione saudita di compiere questa esecuzione di massa.
Il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha bollato questo atto come un crimine, ma anche un errore perché questo sangue ricadrà sulla casa saudita.
Un messaggio assai chiaro inviato a Riad e alla sua monarchia sunnita. In carcere da tre anni e mezzo, il ruolo di grande leader politico dei circa due milioni di sciiti Nimr se lo era conquistato nelle grandi proteste di piazza del 2011. In queste ore la sua gente nelle regioni saudite a maggioranza sciita stanno scendendo in strada. Qualcosa di inatteso anche per l’Arabia saudita.
Dopo essere diventato imam, al Nimr ha da subito avuto problemi con la casa regnante per le sue rivendicazioni di parità religiosa fra le due grandi comunità dell’Islam. Fino a quando la casa reale saudita ha pensato che la misura fosse colma. La sua morte però, ha fatto di lui un martire.
Le reazioni su twitter:
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