L'Occidente responsabile dell'arsenale di Daesh?

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La coalizione internazionale che combatte Daesh, avrebbe fornito indirettamente al sedicente Stato Islamico le armi? Secondo un rapporto di Amnesty

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La coalizione internazionale che combatte Daesh, avrebbe fornito indirettamente al sedicente Stato Islamico le armi?

Secondo un rapporto di Amnesty international, pubblicato questo martedì, 8 dicembre, l’Isil avrebbe approfittato della fornitura d’armi all’Iraq negli ultimi decenni.

Dopo la caduta del regime di Saddam, come anche durante la dittatura, tonnellate di armi e mezzi militari progettati e fabbricati in decine di paesi nel mondo, (come la Russia, la Cina, gli Stati Uniti e l’Unione Europea, di cui l’Italia è il principale esportatore) sono state una delle principali merci di scambio con l’Iraq.

Le riserve dell’esercito iracheno si gonfiarono considerevolmente tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, durante la guerra Iraq-Iran. In quel contesto 34 diversi paesi fornirono armi agli iracheni (28 di questi anche agli iraniani).

Con l’invasione americana del 2003, 650 mila tonnellate di munizioni arrivarono in Iraq senza che venissero sottoposte a controlli o misure di sicurezza particolari .

Nel 2011 gli Stati Uniti si ritirarono dall’Iraq, e tra il 2011 e il 2013, firmarono contratti da miliardi di dollari, che hanno ulteriormente ingrandito i depositi dell’esercito iracheno.

Secondo Amnesty, le scorte di armamenti sarebbero state letteralmente saccheggiate durante le campagne militari del Daesh in territorio iracheno.

I jihadisti avrebbero oggi in mano un arsenale con cui potrebbero armare 40 mila uomini:
fucili d’assalto AK di fabbricazione russa, M16 e Bushmaster americani, pistole e armi leggere, mitragliatrici, armi anticarro, mortai, artiglieria pesante ma anche sistemi antiaerei portatili.

La battaglia per il controllo di Mosul, nel luglio del 2014, rileva sempre Amnesty, ha permesso ai jihadisti di entrare in possesso di un arsenale senza precedenti.

Amnesty International ha proposto a tutti gli attori in gioco in Siria ed Iraq di interrompere immediatamente le forniture di armi alle forze governative di Damasco e Baghdad, così come ai gruppi di opposizione implicati in crimini di guerra e contro l’umanità.

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