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Parigi si risveglia in stato di guerra dopo il massacro

Parigi si risveglia in stato di guerra dopo il massacro
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Di Alberto De Filippis
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Intontita, incredula e in stato di guerra. Così si è risvegliata Parigi questo sabato mattina dopo la notte infernale. Sono passati dieci mesi

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Intontita, incredula e in stato di guerra. Così si è risvegliata Parigi questo sabato mattina dopo la notte infernale.

Sono passati dieci mesi dall’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Molti hanno voluto recarsi sui luoghi degli attacchi per portare un fiore, una candela o solo per testimoniare la vicinanza alle vittime e la volontà di continuare a vivere la propria vita.

La gente si è recata nei pressi del teatro Bataclàn o in Place de la Republique. L’emozione è visibile nelle parole dei parigini.

Dice una donna: “Sono determinata a non farmi trasportare da emozioni negative. Bisogna resistere e continuare a vivere normalmente”.

Un uomo aggiunge: “Mi sento vuoto. Sono venuto qui attirato da quello che è successo. Ne ho sentito parlare tutta la notte e avevo bisogno di venire e vedere quello che era successo, di capire. È tragico. Il peggiore attentato della storia di Francia. Il peggiore che abbia mai visto. Non ho che 28 anni, ma credo che le cose saranno difficili per tutti d’ora in poi. Penso che lo vivremo per il resto della nostra vita. Non c‘è modo di fermare questi eventi e la cosa fa paura”.

E un altro afferma: “Mi fa male, non è giusto. Non so come esprimere il mio dolore perché è un vero atto terrorista che non fa progredire il Paese, né le religioni, né l’umanità. È solo un atto di barbarie”.

Fra i terroristi morti almeno uno sarebbe di nazionalità francese. Secondo un bilancio tracciato in mattinata dagli ospedali di Parigi, per gli attacchi sono state prese in carico 300 persone, di cui 80 in stato di urgenza assoluta, la cui progonis è riservata. 177 sono in urgenza relativa e 43 implicati (testimoni o accompagnatori). Nella mattinata di sabato 53 persone sono già state dimesse.

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