Turchia, elezioni anticipate: cruciale il voto all'estero

L’Europa è al centro delle prossime elezioni turche, anticipate al primo novembre. Due i motivi: il rapporto annuale sui progressi del Paese verso l’adesione all’Unione europea: Ankara ne aveva chiesto il posticipo a dopo il voto, Bruxelles ha posticipato, ma al 21 ottobre, proprio nel vivo della campagna; e poi è cruciale, questa volta in particolare, il ruolo degli elettori turchi all’estero.
A incontrare a Francoforte i propri sostenitori è andato per esempio Selahaddin Demirtas, il leader dell’HDP, il partito filo-curdo che ha tolto a Erdogan la maggioranza parlamentare nelle scorse elezioni.
Tra gli elettori, pochi credono che qualcosa cambierà: “Non hanno formato, o piuttosto non hanno voluto formare una coalizione a causa del sogno presidenzialista dell’AKP – dice quest’uomo – hanno solo sprecato tempo”, e la donna aggiunge: “Probabilmente il risultato sarà lo stesso. Alla fine penso che l’AKP formerà una coalizione con il CHP”.
Il voto anticipato dei turchi all’estero, il terzo da quando è stato loro concesso questo diritto nel 2014, si svolge dall’8 al 25 ottobre.
Tra gli elettori, molti pensano soprattutto alla necessità di chiudere una fase di relativa instabilità:
“Speriamo, vogliamo che l’AKP abbia la maggioranza assoluta”
“E lei cosa pensa?”
“Direi la stessa cosa”
“Sono 2.800.000 gli elettori registrati all’estero – precisa l’inviato di euronews -: è il 5% dell’elettorato totale. Questo può comportare il passaggio della soglia di sbarramento per l’HDP o, per l’AKP, poter andare al governo da solo”.