Tutti chiusi i varchi di frontiera tra Serbia e Croazia, tranne uno, quello di Bajakovo, lungo l’autostrada Belgrado-Zagabria. A Tovarnik, zona
Tutti chiusi i varchi di frontiera tra Serbia e Croazia, tranne uno, quello di Bajakovo, lungo l’autostrada Belgrado-Zagabria.
A Tovarnik, zona dove si trovano tra l’altro ancora alcuni campi minati, il valico è chiuso ma centinaia di persone provano ad aggirarlo, mentre altre si affollano e restano in attesa alla stazione ferroviaria o davanti al confine.
13.000 i migranti giunti in Croazia in un paio di giorni, dopo la chiusura delle frontiere ungheresi con la Serbia, e questo ha spinto a sua volta la Croazia a chiudere.
L’Ungheria ha annunciato la creazione di una barriera anche alla frontiera croata, sui 41 km dove non è un fiume a definire il tracciato.
Per impedire il rientro di quanti hanno scelto la via più ad ovest.
Molti dalla Croazia hanno già raggiunto la Slovenia, che si prepara all’emergenza. Destinazione finale per la gran parte sarà la Germania, ma anche le regioni dell’Italia Nord-orientale si aspettano un incremento degli arrivi.
I treni tra Belgrado e Zagabria restano sospesi, mentre resta normale la circolazione degli autobus, solo rallentati dai controlli a bordo.
“Una solidarietà durata solo due giorni”, commenta il governo serbo riguardo alla chiusura delle frontiere croate. Belgrado ha messo a disposizione dei profughi decine di autobus, con i quali li ha portati alla frontiera croata, almeno 35 nelle ultime ventiquattro ore.