Secondo i media l’affluenza è stata una delle più alte della storia: si parla del 60% degli aventi diritto per il referendum che cambierà per sempre
Secondo i media l’affluenza è stata una delle più alte della storia: si parla del 60% degli aventi diritto per il referendum che cambierà per sempre il volto della cattolicissima Irlanda.
Se lo si desidera, bisogna avere la possibilità di sposare la persona che si ama, come noi. È semplice. Si tratta di uguaglianza
Con la vittoria dei “Sì”, anticipata da numerosi esponenti del governo, il matrimonio tra persone dello stesso sesso entrerà a far parte della Costituzione: sarebbe la prima volta che un Paese approva le unioni gay con il voto popolare.
Heres @saoirse_ronan#IrelandVoteYes#marriageEqualitypic.twitter.com/RLeIQxJygp
— mia farrow (@MiaFarrow) 22 Maggio 2015
A sostenere l’emendamento non c’erano solo l’esecutivo e tutti i partiti politici: Vincent Fox e Ann Cole sono una coppia eterosessuale che ha deciso di votare subito dopo il loro matrimonio per manifestare il proprio sostegno.
“Questione di uguaglianza”, afferma Ann. “Nessuno ha detto a noi se potevamo o meno sposarci e tutti dovrebbero avere lo stesso diritto. Se lo si desidera, bisogna avere la possibilità di sposare la persona che si ama, come noi. È semplice. Si tratta di uguaglianza”, aggiunge.
L’alta affluenza è stata aiutata anche dagli espatriati tornati in madrepatria da ogni angolo del pianeta appositamente per votare. Uno degli hashtag più popolari su Twitter in questi giorni era #hometovote (letteralmente “a casa per votare”).
Irish people all over the world are coming #HomeToVote for marriage equality & it's wonderful. http://t.co/PzkvgN4pbYpic.twitter.com/npTdXOZxbg
— someecards (@someecards) 22 Maggio 2015
“Il mio volo doveva essere domani, ma ho voluto cambiare l’orario dell’aereo per poter tornare… a casa per votare!”, racconta un giovane all’aeroporto di Dublino.
Il conteggio è ancora in corso e i risultati del voto saranno resi noti nel tardo pomeriggio, anche se sin dalla mattinata di sabato i primi responsi avevano indicato una forte prevalenza del “Sì” nelle aree urbane (con punte dell’80%).
Con la voce della Chiesa cattolica in sordina dopo gli scandali pedofilia (e l’associazione irlandese dei preti cattolici che ha deciso di non prendere posizione), a difendere la famiglia tradizionale erano rimaste solo le associazioni religiose. Ma dal fronte del “no” sono già arrivate le prime ammissioni della sconfitta.