Centinaia di migranti sono stati salvati da alcuni pescatori a largo delle coste dell’Indonesia. La notizia arriva nel giorno del richiamo dell’Onu
Centinaia di migranti sono stati salvati da alcuni pescatori a largo delle coste dell’Indonesia. La notizia arriva nel giorno del richiamo dell’Onu ai Paesi del Sud Est asiatico verso una maggiore collaborazione a risolvere quella che è stata definita una crisi umanitaria.
Prime aperture dal Myanmar all’accoglienza dei cosiddetti boat people, i migranti, soprattutto appartenenti alla minoranza musulmana Rohingya, respinti dai Paesi in cui cercano di rifugiarsi e costretti a rimanere in mare in condizioni drammatiche.
“Siamo in presenza di flussi migratori globali che hanno raggiunto livelli record – dice Rian Edwarsds il portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati – “Un numero altissimo di migranti prende la via del mare. Dobbiamo concentrare gli sforzi nel salvare vite umane e prendere misure adeguate per accogliere le persone che sbarcano o assisterle quando sono in mare”.
L’apertura del Myanmar, da dove proviene la maggior parte dei boat people, cui il governo si rifiuta di concedere la cittadinanza apre segnali di speranza.
Le stime dei migranti alla deriva vanno da 6mila a 20mila.
Indonesia, Malesia e Thailandia hanno deciso di adottare una politica di respingimenti.
Soltanto le Filippine si sono dette pronte ad accoglierli.
A Kuala Lumpur è previsto un vertice d’emergenza tra i ministri degli Esteri dei tre Paesi.
Un summit è stato convocato anche dalla Thailandia per il 29 maggio.