“Gli Stati Uniti hanno dimostrato che la legge è uguale per tutti, indipendentemente dalla nazionalità delle vittime”. È il commento del procuratore
“Gli Stati Uniti hanno dimostrato che la legge è uguale per tutti, indipendentemente dalla nazionalità delle vittime”. È il commento del procuratore della repubblica Patrick Martin dopo la condanna inflitta ai quattro ex-agenti di sicurezza Blackwater, l’agenzia privata divenuta nota al grande pubblico durante la guerra in Iraq.
Ergastolo per Nicholas A. Slatten, accusato di esser stato il primo ad aprile il fuoco contro un gruppo di civili non armati; 30 anni di carcere per Dustin L. Heard, Evan S. Liberty e Paul A. Slough.
A fine ottobre dell’anno scorso i 4 ex-militari erano stati giudicati colpevoli dell’uccisione di 17 civili iracheni a Nisour Square, a Baghdad. Un quinto agente della Blackwater, il californiano Jeremy P. Ridgeway, era implicato nell’attacco nella piazza affollata di persone. Si era dichiarato colpevole d’omicidio, aveva testimoniato contro gli ex-colleghi e ha evitato processo e condanna.
Il 16 settembre 2007 i contractors di Blackwater uccisero a sangue freddo un gruppo di civili, alcuni con un colpo alla nuca. Sostennero di essersi trovati in un’imboscata. Fondamentali nel lungo e complesso processo la deposizione di testimoni iracheni e di altri agenti Blackwater che si trovavano nello stesso convoglio quel giorno.